Per il Tacchificio Villa Cortese la sostenibilità è diventata una filosofia che spinge l’azienda al continuo rinnovamento e alla ricerca di soluzioni responsabili e rispettose delle generazioni future
«Saper Coniugare la bellezza in funzionalità attraverso un sapiente equilibrio tra artigianalità e innovazione» è il claim di TVC Group, realtà che ingloba al suo interno anche Tacchificio Villa Cortese, noto tacchificio milanese specializzato nella modellistica di tacchi. La manualità e l’artigianalità acquisita nei primi decenni di storia con la produzione di tacchi in legno, ancora oggi costituisce per l’azienda un patrimonio di conoscenze che le permette di adeguarsi in maniera flessibile alle più svariate richieste della clientela e del mercato. Giunta alla terza generazione, l’azienda fonda la sua attività su valori fondamentali come etica, innovazione responsabile, sostenibilità, passione, cura e tradizione. Questi valori, abbinati a una visione chiara e coerente nel corso del tempo, hanno supportano la visione dell’azienda e modellato la sua cultura consentendole di diventare un punto di riferimento internazionale. Silvia Paganini, Direttore Commerciale Marketing di Tacchificio Villa Cortese, ci racconta come l’innovazione di prodotto sia un asset necessario per approcciarci in maniera sempre coerente con la mission aziendale e incrementare performance, sostenibilità e qualità dei suoi prodotti.
Ottimizzazione prodotto e ricerca in ottica di sostenibilità: quali passi avanti avete fatto?
“Abbiamo da poco presentato il nostro ultimo brevetto, FHEELBIO, che è un nuovo materiale che si va ad aggiungere al nostro portfolio di marchi registrati nato per andare a soddisfare le esigenze specifiche dei nostri clienti, sia dal punto di vista stilistico-tecnico che di sostenibilità”.
Di che tipo di materiale stiamo parlando?
“Si tratta di un’alternativa all’ABS tradizionale che può essere utilizzata in maniera duttile e trasversale su ogni tipologia di tacco e che si caratterizza per essere bio-circular attributed. Fheelbio è un materiale che presenta identiche performance, qualità e proprietà dei prodotti standard con il plus di minori indicatori di impatto ambientale. Parliamo di una soluzione non vergine ma parzialmente o totalmente derivata da miscele di idrocarburi di origine rinnovabile”.
Quale riscontro avete avuto dal mercato?
“Assolutamente buono, anche perché questo materiale si approccia alla sostenibilità con una metodologia diversa dalle tradizionali, ovvero tramite bilancio di massa, e validato da una certificazione di filiera. Quindi tutti coloro che intervengono alla trasformazione del materiale, prima di noi, sono forniti di un certificato di sostenibilità ISCC PLUS che garantisce sia la tracciabilità, sia la percentuale di materie prime che vengono utilizzate”.
Perché è nato questo progetto?
“Il nostro obbiettivo è di soddisfare il più possibile le esigenze del mercato. Chiaramente il tacco è una tipologia di prodotto per cui la tenuta e le performance sono fondamentali. È come se fosse la colonna portante di un’infrastruttura, o di un’architettura, quindi la gamma di materiali utilizzabili si restringe molto. Quello che stiamo cercando di fare è trovare soluzioni, prima di tutto, che possono essere trasversali e quindi utilizzabili sul tacco ballerina come sullo stiletto e, in secondo luogo, che possano essere un pochino più spinte a livello stilistico”.
Parlando di stile, qual è la tendenza più forte per la prossima stagione?
“C’è ancora un grande interesse nei confronti dei trasparenti ma è sempre più difficile uniformare le tendenze. Negli ultimi anni le proposte si sono estremamente diversificate, spaziando dallo sportivo all’elegante più estremo”.
Oltre alla pura realizzazione del prodotto, cosa vi chiede la vostra clientela?
“Mentre in passato c’era molta più richiesta di prodotti già sviluppati, qualcosa su cui investire poco in termini sia di ricerca che di sviluppo e industrializzazione, quest’anno tantissimi clienti ci hanno richiesto consulenza vera e propria perché alla ricerca di qualcosa di inedito. Lavoriamo anche partendo da un semplice schizzo. Questo è indubbiamente un segnale positivo anche in termini di investimento che possono avere i brand, più o meno piccoli, per nuove strutture o per un prodotto scarpa”.
La valorizzazione e la diffusione di idee e conoscenze è uno degli altri vostri valori, anche nei confronti di brand emergenti, corretto?
“Sì, noi crediamo anche negli emergenti o nei piccoli brand che magari non hanno la forza, soprattutto nelle fasi di lancio, di investire in serie stampo. Quindi negli ultimi abbiamo investito personalmente nella creazione di stampi ad hoc per riuscire a intercettare l’interesse anche dei nuovi stilisti. È molto sfidante, oltre che un bell’esercizio, lavorare con loro perché le richieste possono essere anche molto di particolari”.
Avete nuovi progetti in cantiere?
“Stiamo lavorando molto sull’implementazione del processo produttivo in ottica di tracciabilità e di digitalizzazione di tutti i processi. Questo è il focus per il prossimo futuro oltre a continuare ad implementare i materiali che abbiamo a catalogo e quindi la possibilità di offrire sempre più scelta al cliente a seconda del prodotto o della necessità specifica”.