Italfimet, sviluppo e impegno ecosostenibile

Italfimet, punto di riferimento italiano del settore galvanico nel mondo, continua con passione il percorso verso un futuro più green

Da trent’anni Italfimet Srl – Electroplating Chemicals & Plants, con sede a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, si occupa, con risultati eccellenti a livello mondiale, di finiture galvaniche per la produzione di accessori di alta qualità nel settore fashion, gioielleria, bigiotteria ed elettroformatura. Il processo di rifinitura nasce in simbiosi con il reparto tecnico ingegneristico e il reparto del laboratorio chimico. Questi due rami dell’azienda portano, da un lato, alla progettazione, consulenza e messa a punto di capitolati, produzione e distribuzione di prodotti chimici e un ampio ventaglio di colorazioni per metalli preziosi, tutti servizi altamente professionali ottenuti attraverso la tecnologia dei bagni galvanici. Dall’altro lato Italfimet progetta e realizza impianti di galvanizzazione, in un’ottica eco sostenibile, con un idoneo recupero e affinazione ottimale dei metalli preziosi che andranno a definire la qualità unica e pregiata dei prodotti delle migliori aziende nel campo dell’alta moda e gioielleria. Di tutto questo e altro ancora ne abbiamo discusso con i soci di Italfimet Srl Patrizio, Andrea e Luca Capaccioli, Amulio e Diego Liberatori, Alessandro Matteini.
Quando nasce Italfimet e con quale scopo?
Patrizio Capaccioli: “Italfimet nasce nel 1992 – quest’anno compiamo trent’anni di attività – e si occupa principalmente di chimica e di impiantistica legate soprattutto al mondo della galvanica. Nello specifico abbiamo una divisione chimica in cui sviluppiamo processi e prodotti per la decorazione dei metalli e nello stesso tempo abbiamo una divisione impiantistica, praticamente un reparto tecnico specializzato nella progettazione e costruzione di impianti galvanici. Chi si affida a Italfimet trova un ampio catalogo di servizi aperto su tutti i fronti. Inoltre, eseguiamo la progettazione, l’installazione e la partenza primaria di un impianto offrendo anche l’assistenza post vendita. Inizialmente tutta la nostra produzione e i nostri servizi sono nati per soddisfare i bisogni del settore orafo. Infatti, negli anni novanta questo settore era ancora in espansione e non aveva subito la stagnazione odierna. Questo ci permise a suo tempo di studiare per bene la decorazione dei metalli preziosi e poi siamo andati avanti con questa precisa missione. Successivamente, però, il settore della moda si è molto sviluppato nel territorio di Firenze e quindi ci siamo dedicati anche alla decorazione, non solo di monili in oro e argento, ma anche di altri materiali”.
Quali sono le nuove tecnologie in questo campo?
Diego Liberatori: “L’accoppiata di impianti e chimica ci ha permesso di produrre e sviluppare delle tecnologie che con la sola chimica e impiantistica a sé stanti non sarebbero fattibili. Per esempio, ultimamente, abbiamo registrato un brevetto sull’utilizzo di specifici raddrizzatori, che servono a dare corrente continua a tutti i sistemi di deposizione. Siamo riusciti a orientare la corrente per avere meno dispendio di metalli preziosi. Comunque, nel settore della chimica bisogna implementare continuamente la ricerca & sviluppo: abbiamo sviluppato il laboratorio di ricerca interno e da oltre 10 anni collaboriamo con primarie università toscane. Ultimamente abbiamo depositato dei brevetti su riporti ecologici di leghe di metalli preziosi, eliminando il cianuro dai bagni galvanici ma anche dei metalli estremamente tossici che in passato venivano utilizzati su certe deposizioni”.
Italfimet porta avanti un’intensa attività di produzione, ricerca e sviluppo.
Patrizio Capaccioli: “Attualmente vi sono due persone che stabilmente si occupano di questo settore dell’azienda. Due anni fa questa società era costituita da tre soci: Patrizio Capaccioli, Amulio Liberatori e Alessandro Matteini e dopo un periodo di confronto si è deciso di far entrare in società anche i nostri figli, che sono Luca e Andrea Capaccioli e Diego Liberatori. Queste scelte hanno rappresentato un grosso passo avanti per l’azienda: Luca è responsabile della ricerca e sviluppo, Andrea gestisce il laboratorio e la produzione chimica, mentre Diego si occupa di tutta la progettazione e dello stato di avanzamento della divisione impiantistica.
Nel frattempo abbiamo acquisito un’azienda di Vicenza, la Gold City, che ci forniva raddrizzatori di corrente. L’azienda in questione sviluppava, su nostra commissione, raddrizzatori custom e a novembre dell’anno scorso abbiamo finalizzato l’acquisizione”.
Avete preso parte all’ultima edizione di APLF, svoltasi a Dubai?
Diego Liberatori: “Sì, l’abbiamo visitata in quanto avevamo appuntamenti mirati molto importanti nel campo dell’elettroformatura. Siamo un punto di riferimento a livello mondiale anche perché siamo stati la prima azienda a industrializzare, dopo il 2012, il processo di deposizione da oro-rame-cadmio a oro-rame. Nel processo di elettroformatura siamo stati i primi a mettere in atto fattivamente questo tipo di tecnologia; devo dire che un grande supporto ci viene dalle macchine e dalle tecniche chimiche specifiche con cui lavoriamo. Nel complesso questo abbinamento ci rende completi e molto competitivi (Infatti, se oggi qualche realtà aziendale vuole lavorare per bene con e nell’elettroformatura, quantomeno fa una telefonata a Italfimet). Attualmente stiamo lavorando a come eliminare il nichel sulle leghe di preziosi e siamo riusciti a ottenere una specifica colorazione attraverso l’unione dell’oro e di altri metalli. Questo comporta sì delle difficoltà in più, ma pare ci sia, da parte del settore moda, una grossa domanda di ricerca sia sul versante del nichel free sia su quello del no cianuro”.
Quindi state sviluppando tutta una serie di tecnologie irraggiungibili per tante realtà simili alla vostra o per alcuni competitor.
Patrizio Capaccioli: “Sì, le abbiamo sviluppate per primi e le stiamo sviluppando ancora adesso, la ricerca e lo sviluppo interni sono sempre in divenire, infatti in tal senso abbiamo già installato dei bagni galvanici. Per fare un altro esempio, esistono delle aziende che producono e galvanizzano accessori dal colore unico e quasi inimitabile per un famoso brand estero della moda, e che contiene tracce di nichel al loro interno. Italfimet, però, riesce a produrre la stessa colorazione ma 100% nichel free”.
Dove viene adoperata questa tecnica?
Diego Liberatori: “Viene utilizzata in Toscana. Ci sono tre o quattro realtà aziendali dove hanno già adottano questo processo e dove hanno installato degli specifici macchinari. Comunque, credo che gli stessi addetti ai lavori facciano molta difficoltà a eliminare il nichel nell’interezza del processo di galvanizzazione. Queste ricerche avvengono nel settore orafo, ma il volano principale è soprattutto il settore della moda. Noi come Italfimet stiamo raggiungendo dei traguardi importanti che, solo alcuni anni fa, sembravano impossibili da conseguire”.
Italfimet ha anche una succursale a Vicenza, con un laboratorio e un magazzino, nel distretto dell’oro, è corretto?
Diego Liberatori: “Sì, è una succursale nel vicentino da dove serviamo una serie importante di aziende del settore moda e gioielleria. Una scelta fatta per seguire con l’attenzione che ci contraddistingue le realtà produttive dell’area. La sede ha tutti i punti di forza necessari: un laboratorio chimico equipaggiato per eseguire le analisi sui processi galvanici, un magazzino di prodotti per galvanica per poter fornire con tempestività i clienti, un area meeting dove poter approfondire i rapporti con i nostri clienti e collaboratori e un servizio di assistenza tecnica capillare”.
Credete che le aziende di lavorazioni galvaniche attraverseranno un periodo di crescita nei prossimi anni?
Patrizio Capaccioli: “Ne siamo convinti, ma dobbiamo comunque riconoscere che si tratta di un onere non indifferente: oggi, per un impianto galvanico di tutto rispetto, si parla di investimenti intorno a un milione di euro e superiori.
Negli ultimi due anni, nel territorio del fiorentino, abbiamo progettato quattro impianti di galvanica, interni al settore dell’accessoristica. Comunque, questo tipo di domanda di mercato può nascere per ottimizzare i tempi di campionatura, la sicurezza, il controllo e il processo. Alcune case di moda apprezzano molto un’accessorista con una galvanica in seno all’azienda, per poter avere un unico interlocutore”.

www.italfimet.it

Diego Liberatori

Patrizio Capaccioli