Per Fainplast 30 anni di successi

L’azienda di Ascoli Piceno, fondata nel 1993, è specializzata nella produzione di compound, materiale plastico in forma granulare utilizzato in un gran numero di settori. Pronte le sfide per il futuro

È una storia di successo, giunta al trentesimo anno di vita, quella che riguarda la Fainplast di Ascoli Piceno, specializzata nella produzione di compound, materiale plastico in forma granulare utilizzato in un gran numero di settori. L’azienda marchigiana è stata fondata nel 1993 da Battista Faraotti e attualmente rappresenta una delle realtà più all’avanguardia nel settore delle materie plastiche per varie applicazioni tra cui il comparto calzaturiero. Questo successo è il frutto di una costante attenzione alle necessità del cliente unita ad una notevole capacità di sviluppare soluzioni innovative, alta capacità, flessibilità produttiva e qualità.
L’attività produttiva iniziò ad Assisi ma tre anni dopo, nel 1996, avvenne il trasferimento nel nuovo stabilimento di Ascoli Piceno, nel nucleo industriale di Campolungo dove, da un primo capannone di 4.000 mq, le risposte positive del mercato hanno imposto continui ampliamenti degli spazi per incrementare la capacità di stoccaggio e di produzione. Oggi lo stabilimento è un colosso che si estende su un’area di oltre 85 mila mq ed è costituito da 8 edifici per un totale di 52 mila mq di strutture coperte. Con oltre 80 silos di stoccaggio e 20 linee di produzione può contare oggi su una capacità produttiva di oltre 100.000 MT/anno. Nella sede marchigiana abbiamo incontrato Vladimiro Fratini, direttore tecnico e commerciale, con il quale abbiamo analizzato l’attuale situazione del mercato ma anche le sfide che attendono l’azienda nel 2023 e in futuro.
“Il fatturato è sempre cresciuto con il passare degli anni – ci ha confermato Fratini – anche nel 2022, nonostante la mancanza di materie prime abbia condizionato fortemente l’attività di molte aziende, con certe produzioni fermatesi o comunque fortemente rallentate, noi abbiamo continuato a produrre per garantire ai clienti le forniture nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime, schizzati alle stelle. Da 30 anni faccio questo lavoro, non era mai successo che i prezzi dei polimeri che utilizziamo aumentassero del 100%, a quel punto era prevedibile un aumento a doppia cifra dell’inflazione. In questi primi mesi del 2023 il mercato si sta riequilibrando, anche se i costi dell’energia e di certe materie sono ancora molto alti rispetto alle medie storiche”
Responsabilità verso l’ambiente: argomento di grande attualità, in che modo viene declinato in Fainplast?
“Siamo un’azienda che utilizza molta energia e già nell’autunno del 2019 abbiamo installato un tri-generatore che oltre a produrre energia elettrica, genera calore che viene sfruttato trasformandolo in frigorie per il raffreddamento dei nostri impianti. Possiamo dire di aver anticipato i tempi quando il problema dei prezzi energetici non esisteva. Per coprire le esigenze degli impianti sui quali abbiamo investito successivamente installeremo quest’anno, coprendo quasi tutta la nostra sede, un totale di circa 14 mila mq di pannelli solari che ci consentiranno una produzione di 2.8 Megawatt. Tutto ciò garantirà un’autonomia importante, all’incirca metà del nostro consumo di energia totale”.
Quali sono i numeri più aggiornati della Fainplast?
“Il mercato nel suo complesso è ripartito, ma si registrano sempre tensioni per fattori extra-economici, solo per ricordare gli ultimi, la guerra in Ucraina e ora le tensioni finanziare legate alle fibrillazioni bancarie. Per quanto ci riguarda, attualmente, e tutto ciò rappresenta un buon segno, nel primo trimestre 2023 siamo ad un livello di vendite simili allo stesso periodo 2022, che è stato un ottimo anno, e siamo moderatamente ottimisti per il prosieguo dell’annata. E se nel frattempo arriveranno segnali di distensione e tranquillità sul fronte geopolitico e finanziario, si potrebbero creare le condizioni per favorire un boom simile a quello registrato nel 2021, nell’anno successivo al lockdown. Di contro bisognerà vedere come l’impatto inflativo condizionerà i consumi”.
Come sta reagendo il mercato globale all’incognita Cina?
“Indubbiamente è una situazione che ha condizionato molto l’economia mondiale, perché negli scorsi anni si sono fermate le produzioni, ma si erano bloccati anche i porti, con problemi legati alla logistica e con aumenti stellari per i costi di spedizione con i cargo. Adesso che lentamente si sta tornando alla normalità, dobbiamo vedere con la ripartenza cosa succede, probabilmente il mercato necessiterà di ulteriore tempo per tornare alla situazione pre-Covid. Nel resto del mondo di certo non agevolano le tensioni geo-politiche, ad esempio la Russia è un Paese importante per l’acquisto di calzature italiane, in particolare quelle dell’area marchigiana. Questo accompagnato dal problema inflattivo di cui parlavamo prima, per un consumatore medio spendere 100-200 euro in più per pagare le bollette significa magari rinunciare all’acquisto di un paio di scarpe. Tutto ciò ha portato molte aziende, soprattutto nel 2021 e 2022, a tener sotto controllo i propri magazzini”.
Sempre in ambito calzatura, come state operando sullo sviluppo dei materiali e in particolare su quali prodotti state puntando?
“La nostra prerogativa è restare focalizzati sulla ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni nuove, continuando il nostro percorso di rinnovamento. La ricerca, le nuove tecnologie, l’innovazione sono per la nostra azienda elementi fondanti e basilari per poter aumentare la capacità competitiva e la produttività, e far fronte ai nuovi bisogni del settore. Nell’ultimo anno ci siamo presentati sul mercato con nuovi compound sostenibili, ossia prodotti con variabili percentuali di materiale di recupero e prodotti realizzati con l’utilizzo di fonti rinnovabili, una soluzione concreta per ridurre l’impatto ambientale. Una importante novità è una serie di prodotti che contengono microalghe. Qui è stato necessario procedere con uno studio approfondito su come poterle utilizzare, ma i risultati sono stati soddisfacenti. Grazie all’utilizzo di questi biomateriali e alla plasticità naturale delle alghe, abbiamo sviluppato una nuova linea che mantiene le principali caratteristiche dei compound EVAtech, preservando al contempo le risorse ambientali e riducendo le emissioni dell’industria calzaturiera”.
L’attenzione ambientale nel settore della moda è un trend passeggero oppure una reale esigenza?
“Vera e propria esigenza, soprattutto nel settore calzaturiero, le spinte verso un impatto ambientale meno violento sono sempre più diffuse. Una richiesta in tal senso arriva soprattutto dai brand, che hanno sposato il concetto di sostenibilità e intuito le potenzialità. Al momento non è così per tutte le aziende ma non c’è dubbio muovendoci in questa direzione, diventerà un passaggio obbligato per il futuro. Una sfida che Fainplast è sicuramente in grado di vincere”.

FAINPLAST.COM

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Vladimiro Fratini

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