Icap-Sira, chimica all’avanguardia

Icap-Sira Chemicals and Polymers S.p.A: l’innovazione chimica al servizio dell’industria, tra sostenibilità e tecnologia avanzata.

L’industria chimica è uno dei settori più importanti dell’economia mondiale, poiché è responsabile della produzione di una vasta gamma di prodotti che utilizziamo quotidianamente. Tra le molte aziende che operano in questo settore, una delle più interessanti è Icap-Sira, con sede a Parabiago e stabilimenti a Barberino del Mugello, Casorezzo e San Mauro Torinese. Icap-Sira è un’azienda che si dedica alla produzione di prodotti chimici per diverse applicazioni industriali. Fondata nel 1946, l’azienda ha una lunga storia di innovazione e sviluppo di prodotti di sintesi e formulati all’avanguardia. Grazie al forte impegno verso la sostenibilità ambientale, l’azienda ha adottato una serie di pratiche sostenibili in tutti i suoi processi produttivi, riducendo l’impatto ambientale delle sue attività e dei suoi stessi prodotti. Forte dei suoi diversi siti produttivi e dotata di un moderno laboratorio di ricerca e sviluppo dove i ricercatori lavorano costantemente per sviluppare nuovi prodotti e migliorare quelli esistenti, Icap-Sira collabora anche con università e centri di per co-sviluppare prodotti con migliori performances sia applicative che ambientali. La capacità di abbinare ingegno e creatività ad una costante attenzione alle evoluzioni normative e alle richieste del mercato rappresenta la chiave del suo successo in questo settore; successo che si riflette nella capacità dell’azienda di generare valore attraverso l’ideazione e lo sviluppo di nuove soluzioni, realizzate grazie alla collaborazione con fornitori e partner tecnologici che fanno parte del suo ecosistema di innovazione. Queste collaborazioni le consentono infatti di sfruttare le più recenti tecnologie e conoscenze del settore, per offrire prodotti sempre innovativi. Della costante ricerca dell’innovazione e della sostenibilità dei prodotti al centro della filosofia di Icap-Sira parliamo con Stefano Lori e Anita Barni, rispettivamente Responsabile Sales Business Unit Textile and Leather e Direttrice Sostenibilità e Innovazione.
Il tema della sostenibilità è uno dei vostri focus: quali sono i progetti su cui state lavorando?
“Nel caso della nostra gamma, ci siamo dedicati alla formulazione di nuovi prodotti, utilizzando materie prime provenienti da fonti rinnovabili invece di derivati del petrolio. Questa scelta strategica aziendale è stata estesa a tutte le nostre business unit, compresa quella per il cuoio, dove abbiamo sviluppato una serie di prodotti acrilici e poliuretanici che possono sostituire i tradizionali prodotti provenienti da fonti fossili utilizzati per la rifinizione delle pelli. Abbiamo mantenuto la denominazione tipica dei nostri prodotti, come ACRILEM® per i polimeri in acrilici e IDROCAP per i polimeri poliuretanici, aggiungendo la sigla Eco per identificare la gamma di prodotti da fonte rinnovabile. Così, IDROCAP ECO® e ACRILEM® ECO contengono una percentuale di materie prime da fonti rinnovabili. I nostri polimeri sono differenti rispetto a quelli tradizionali, poiché la maggior parte delle materie prime da noi utilizzate non ha un’alternativa diretta proveniente da fonte rinnovabile. Tuttavia, abbiamo selezionato diverse materie prime con un contenuto garantito di carbonio da fonte rinnovabile da impiegare nei prodotti per il cuoio. Abbiamo deciso di non lavorare con il Mass Balance ma di proporre ai nostri clienti prodotti per i quali è possibile certificare la quantità di carbonio da fonte rinnovabile con un’analisi C14, che garantisce la filiera diretta. Questa non è stata una scelta limitante perché abbiamo lavorato con i nostri fornitori, alcuni dei quali hanno realizzato anche delle materie prime direttamente per noi, su nostra richiesta. Ovviamente, abbiamo scelto materie prime commercialmente disponibili per produrre i nostri prodotti, non limitandoci ad un’idea astratta ma producendo industrialmente quattro-cinque prodotti acrilici e altrettanti poliuretanici. La nostra scelta ci consente di offrire prodotti sostenibili senza compromettere la qualità e l’efficacia dei nostri prodotti”.
Quali sono i vantaggi di questi nuovi prodotti rispetto a quelli tradizionali?
“Il vantaggio principale della nostra scelta di utilizzare materie prime da fonti rinnovabili è la selezione accurata delle stesse. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di sviluppare questi prodotti. In alcuni casi, i nostri prodotti sono esattamente equivalenti a quelli tradizionali dal punto di vista tecnologico, quindi non c’è alcun rischio di compromettere le performance. I prodotti sostitutivi offrono le stesse caratteristiche tecnologiche dei prodotti tradizionali e, in più, garantiscono l’utilizzo di materie prime da fonti rinnovabili. Questo è un tema centrale, poiché la performance dei prodotti è essenziale. Non esiste alcun rischio tecnologico per il cliente e il passaggio a questo tipo di prodotto è a rischio zero. I clienti non devono effettuare test, poiché il passaggio può essere effettuato 1 a 1. Nel caso delle acriliche, la sostituzione dei prodotti tradizionali con quelli da fonti rinnovabili quindi spesso non comporta alcuna differenza tecnologica. Per i poliuretani, invece, i prodotti possono essere molto diversi a livello chimico. Tuttavia, abbiamo selezionato accuratamente le materie prime per garantire che i nostri prodotti siano di alta qualità a livello tecnologico. In alcuni casi, abbiamo addirittura trovato materie prime con caratteristiche tecnologiche migliorative, come maggiore resistenza all’idrolisi. I poliuretani prodotti con materie prime da fonti rinnovabili si comportano anche meglio dei poliuretani prodotti con materie prime tradizionali, in particolare quelli a base poliestere che sono tendenzialmente migliori anche dal punto di vista della resistenza all’idrolisi rispetto ai prodotti da fonti fossili”.
Che tipo di feedback state ricevendo?
“Abbiamo già fatto provare diversi prodotti ad alcuni nostri clienti, i quali non hanno riscontrato alcuna difficoltà nei test che hanno effettuato”.
Siete in contatto con aziende che utilizzano i vostri prodotti più per il settore della moda o dell’automotive?
“Attualmente siamo maggiormente presenti nel settore dell’arredamento e dell’automotive, ma i nostri sviluppi saranno rivolti a tutti i mercati. La nostra gamma di prodotti è utilizzabile a 360 gradi, sia nella pelletteria che nella calzatura. Non ci sono limitazioni per il loro utilizzo, il che ci consente di offrire soluzioni sostenibili a un’ampia gamma di clienti e di settori industriali”.
Secondo voi questa tipologia di prodotti verrà accolta meglio in Italia o all’estero?
“Potenzialmente ovunque”.
Come l’approccio alla sostenibilità si riflette nella missione della vostra azienda?
“La mission della nostra azienda si riassume in queste parole: per noi di Icap-Sira fare chimica significa abilitare l’ingegno e la creatività, permettere che le idee dei nostri clienti si trasformino in soluzioni concrete. Ci impegniamo affinché le nostre formulazioni – innovative, sostenibili e presenti in tantissime applicazioni quotidiane – garantiscano la continuità aziendale in un mondo che cambia.
ICAP-SIRA ha intrapreso un percorso di rimodulazione della propria gamma di prodotti per rispondere alle esigenze di sostenibilità del presente ma anche con l’intento di anticipare quelli che saranno i futuri requisiti legati all’impiego delle risorse e al fine vita dei manufatti finiti. Riteniamo inoltre indispensabile ottenere delle certificazioni da terze parti che possano garantire la veridicità di quanto comunichiamo e la trasparenza dell’approccio. Per esempio, abbiamo intrapreso il cammino di certificazione del carbon footprint dei nostri prodotti e attualmente stiamo concludendo l’iter di misurazione della carbon footprint di organizzazione. Il nostro intento è anche quello di valutare il ciclo di vita del prodotto, dall’origine fino all’applicazione del cliente, per verificare se ci sono tecnologie più vantaggiose dal punto di vista delle emissioni di carbonio rispetto ad altre. Cerchiamo di fare un lavoro di filiera, non limitandoci solo al nostro processo specifico, ma tenendo in considerazione anche quello del cliente per verificare quale tecnologia presenta le migliori caratteristiche in tutta la catena del valore”.
Ciò vi mette nella condizione di instaurare una collaborazione strettissima con le aziende, corretto?
“Esattamente questo è ciò che vogliamo fare. In realtà, come tipologia di azienda, sviluppiamo da sempre prodotti che rispondano a specifiche richieste dei nostri clienti, questo è parte del nostro DNA aziendale.
Tuttavia, le spinte verso prodotti più sostenibili ci richiedono di approfondire maggiormente la collaborazione sia con i clienti che con i fornitori. Come già detto, ci sono fornitori che stanno sviluppando materie prime su misura per le nostre richieste e questo è sicuramente un grande risultato, dato che le aziende con cui collaboriamo sono spesso molto più grandi di noi; fare un lavoro di co- sviluppo con un’azienda come la nostra rappresenta una novità per loro e un percorso inesplorato che stiamo iniziando ad intraprendere. Al momento, abbiamo già disponibili diverse materie prime completamente nuove, sviluppate dai nostri partner in risposta alle nostre richieste, con le quali stiamo industrializzando nuovi prodotti prototipo. Vogliamo essere precursori in questo ambito.”
Qual è la sfida più grande nell’essere precursori di questo?
“La grande sfida è quella di essere pronti quando arriverà il momento della svolta. Anche se nel settore tutti, più o meno, stanno cominciando ad intraprendere questa strada, il mercato non è ancora pronto per questioni economiche. Tuttavia, siamo convinti che il futuro sia in questa direzione, anche a medio-breve termine. Quando le grandi aziende del fashion prenderanno la decisione strategica di passare ai prodotti bio-based, dobbiamo essere pronti. I prodotti devono già essere testati e omologati.
La sfida è anche quella di interpretare i trend futuri in un periodo estremamente confuso come quello in cui stiamo vivendo, per essere pronti nel momento in cui si partirà. Per un’azienda come la nostra, spingere tutte le forze lavoro attorno ad un unico progetto è complicato. L’importante per noi è riuscire ad acquisire un know-how sufficiente e ad avere una serie di linee di prodotti pronte per essere sviluppate in modo più focalizzato. Ciò ci serve per non arrivare impreparati al momento in cui tutto viaggerà molto più velocemente”.
Si ha la sensazione che la tendenza sia indubbiamente questa: ormai i grandi attori dell’industria automobilistica, che in passato erano un po’ scettici, stanno spingendo verso prodotti sostenibili. Non è più solo una moda o una ricerca fine a sé stessa, come lo era fino a poco tempo fa, quando se ne parlava molto ma poi nessuno si avvicinava. Adesso, invece, la tendenza è proprio questa.
“Quella che fino ad oggi poteva essere considerata una tendenza è diventata una questione di business. Non si può più considerare la sostenibilità e i temi ad essa correlati come separati dal contesto economico-finanziario. I temi ambientali e sociali, che in passato erano considerati “nice-to-have” o una questione di filantropia aziendale, sono diventati essenziali per le aziende. Nel 2022 abbiamo redatto il nostro primo bilancio di sostenibilità, in anticipo rispetto all’obbligo, che diventerà effettivo per la nostra azienda nel 2026, perché riteniamo importante far entrare questi temi all’interno della discussione aziendale e della strategia prima che diventino cogenti. Abbiamo deciso di agire in anticipo per far sì che la sostenibilità diventi parte integrante della strategia aziendale.
La direttiva che impone la rendicontazione di sostenibilità è indirizzata come primi utenti agli stakeholder finanziari, rendendo chiaro che si tratta di una questione di business. L’analisi di materialità ha cambiato completamente faccia: il principio della doppia materialità introduce a tutti gli effetti i temi finanziari in associazione agli impatti sull’ambiente e la società. In definitiva, la sostenibilità non è più un “nice-to-have”, ma una necessità per il business”.

www.icapsira.com

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Stefano Lori, Responsabile Sales Business Unit Textile and Leather

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Anita Barni, Direttrice Sostenibilità e Innovazione