Pranem, innovazione sostenibile per le calzature da lavoro

Pranem: come la tecnologia e la sostenibilità rivoluzionano il settore del Work&Safety

Prato, una città rinomata per la sua tradizione tessile, è il cuore pulsante di Pranem, un’azienda all’avanguardia nel settore delle calzature, declinata in tutte le sue varianti. Fondata con l’obiettivo di coniugare sostenibilità e innovazione, l’azienda ha fatto della responsabilità ambientale la sua missione principale. Ciò che rende Pranem unica è il suo impegno nel promuovere l’uso di fibre da recupero e il riciclo degli scarti di lavorazione tessile. Attraverso una rigorosa selezione e una meticolosa lavorazione, Pranem trasforma materiali di scarto in articoli per fodere, intersuole e soletti. Questo approccio sostenibile non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche alla creazione di prodotti di alta qualità. Negli ultimi anni, Pranem si è dedicata intensamente allo sviluppo di nuove soluzioni per il settore Work & Safety. Grazie a un team di ricercatori e designer altamente qualificati, l’azienda ha messo a punto materiali innovativi che garantiscono un comfort superiore, resistenza e sicurezza in ambienti di lavoro rigidi e impegnativi. La combinazione di tessuti sostenibili e tecnologie all’avanguardia ha permesso alla realtà pratese di creare componenti che uniscono funzionalità e stile, soddisfacendo le esigenze dei professionisti di diversi settori. Pranem rappresenta un’eccellenza italiana che coniuga sostenibilità e innovazione nel settore delle calzature da lavoro e dimostra che è possibile creare prodotti di qualità superiore senza compromettere l’ambiente. Con la sua dedizione alla sostenibilità e all’innovazione, Pranem si pone come un modello ispiratore per le aziende del settore, dimostrando che il progresso industriale e la tutela dell’ambiente possono andare di pari passo. Entriamo nel vivo dell’intervista con il CEO di Pranem, Gabriele Diddi.

Qual è stato per voi il bilancio dell’ultima edizione di Lineapelle?
“Direi che sono moderatamente soddisfatto. I mercati sono tutti in flessione, alcuni più di altri, ma è un dato di fatto. Non si respira più l’aria di un anno fa, quando tutto cresceva e si sviluppava. C’è molta prudenza. D’altra parte, nei primi due giorni abbiamo registrato una grande affluenza di clienti interessati e mirati. Questo è positivo, almeno per i miei prodotti, che sono tecnici e non di moda. Non risentiamo delle grandi oscillazioni della moda. Il nostro è un mercato più strutturale, con crescite più lente anche in fase di flessione. Ci auguriamo di mantenere questo trend.”

Come affrontate la complessità del mercato?
“Innanzitutto con una comunicazione efficace. È sempre più difficile parlare con i clienti, perché hanno sempre meno tempo e sono sempre più impegnati. Per questo motivo, cerchiamo di avere nuovi prodotti, nuove idee e nuovi input. Sviluppiamo soluzioni innovative che ci permettano di capire le esigenze dei clienti, le loro necessità e le loro idee per il futuro. In questo modo, possiamo tarare i nostri prodotti sulle loro esigenze sempre più variabili”.

Uno dei vostri prodotti di punta è Fus Revolution, il tessuto con film barriera conduttivo, perfetto per la realizzazione di solette fussbett iniettate in poliuretano ed estraibili. Come sta andando?
“Fus Revolution è diventato il mio prodotto principale: funziona bene ormai da tre anni e si sta espandendo ad altri clienti e mercati. Il mio mercato di riferimento è l’intersuola e il copri-sottopiede per tutti i tipi di calzatura. Negli ultimi anni, mi sono concentrato sulla sicurezza in tutti i suoi aspetti, come conduttività e anti-staticità. Rispondono a tutte le normative sia per l’intersuola, il solettino, il copri-sottopiede e le fodere. Stiamo sviluppando tessuti tridimensionali conduttivi e, di primaria importanza, abbiamo introdotto l’aspetto ecologico. Tutti i nostri tessuti-non-tessuti sono fatti da fibre riciclate, ma è necessario fare una distinzione fondamentale…”.

Che tipo di distinzione?
“I nostri materiali sono realizzati con fibre riciclate, ma è importante fare una distinzione tra pre-consumo e post-consumo. I materiali pre-consumo sono quelli che derivano dagli scarti di lavorazione, come lo scarto di produzione di fibra, filati, filamenti e tessuti. Questi materiali sarebbero altrimenti gettati. I materiali post-consumo, invece, sono quelli che derivano da prodotti tessili a fine vita. Questi materiali, che altrimenti andrebbero in discarica, vengono recuperati e trasformati in nuove intersuole. Il valore ecologico e ambientale dei materiali post-consumo è molto elevato, perché si evita di sprecare materiale e si contribuisce a ridurre i rifiuti. La nostra linea di prodotti Multicolor è realizzata con materiali post-consumo. In questo modo, siamo in grado di offrire un prodotto sostenibile e di alta qualità.”

Per poter fare questo però sono necessari investimenti, ricerca, innovazione tecnologica, un grandissimo impegno insomma…
Indubbiamente. ho citato Prato perché è la patria del riciclo e quindi grazie al know-how tecnologico che abbiamo è diventato possibile. È chiaro che poi lavorare questi tipi di fibre non è semplice, bisogna saperlo fare e avere la tecnologia giusta anche perché cambiano ogni volta. Infatti, una delle caratteristiche del Multicolor è proprio che il colore cambia: ogni lotto di produzione cambia il colore in funzione di quello che si trova sul mercato. Questa è vera sostenibilità perché l’impatto ambientale è minimo.

Lo avete presentato per la prima volta in fiera: che feedback avete ricevuto?
“C’è molta curiosità. A livello di performance, non c’è differenza rispetto ai prodotti tradizionali. Tuttavia, ci vorrà del tempo per convincere i clienti. I prodotti tecnici hanno un impatto economico abbastanza basso sul prodotto finito, ma un impatto tecnico elevato. Se in fase di costruzione, l’intersuola ha dei problemi, si strappa o si rompe, danneggiando tutta la suola, il riscontro è facilmente immaginabile. Per questo, da un lato c’è curiosità, ma dall’altro c’è anche un po’ di timore. Vedere un prodotto riciclato può far pensare che le performance siano inferiori. Occorrerà del tempo per far capire e far provare il materiale, per mostrare che in effetti non cambia niente e che funziona. Questo è legittimo, ma siamo sicuri di ciò che abbiamo creato e lo dimostreremo nel tempo”.

Come intendete dimostrare al vostro futuro cliente che le performance di questo tipo di articoli siano esattamente le stesse di quelli tradizionali?
“Principalmente in due modi: eseguiamo una serie di test di laboratorio per misurare la resistenza dei nostri prodotti a una serie di parametri e costruiamo scarpe prototipo per dimostrare che i nostri prodotti funzionano e sono affidabili. Inoltre, contrariamente a quanto si pensa sui prodotti eco-sostenibili, i nostri prodotti sono anche più economici. Crediamo che queste iniziative ci aiuteranno a convincere i nostri clienti che i nostri prodotti sostenibili sono una scelta valida”.

www.pranem.it

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Gabriele Diddi, CEO di Pranem, all’ultima edizione di Lineapelle

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