Danese, “fondamentale la presenza Worldwide”

La DANESE srl di Arzignano (Vicenza), che produce tecnologie per il mondo conciario e rappresenta marchi di prestigio, ha chiuso il 2023 con una decisa crescita di fatturato. Anche per quest’anno le previsioni sono ottimistiche

In un comparto, come quello conciario, per il quale il 2023 è stato caratterizzato da una diffusa staticità, una delle eccezioni è rappresentata della DANESE srl di Arzignano, nel distretto omonimo della pelle, che rispetto all’anno precedente ha chiuso complessivamente con una crescita sia di fatturato che di ordini. Tali risultati sono stati favoriti dal lancio, avvenuto in Fiera a Milano, durante il Salone Tanning Tech di settembre, di due importanti prodotti, la compattatrice per polvere di smeriglio e la nuova macchina per trattamento carniccio potenziata. Oltre alla casa madre omonima, fondata nel 1992 e specializzata in particolare nella produzione di nastri per trasporto, macchinari per concerie, ricambi e accessori, il gruppo è proprietario di altre realtà di prestigio a cominciare da Calati (marchio fondato nel 1961 e poi rilevato nel 2019), ma anche EzipCut e Carm, mentre Aircom ed Hector Martinez sono marchi distribuiti a livello internazionale. “Abbiamo chiuso il 2023 con un bilancio ampiamente positivo – assicura il titolare Maurizio Danese, che abbiamo intervistato in sede a metà gennaio e che ha poi esposto alla fiera indiana di Chennai ad inizio febbraio – e in tal senso non nascondiamo la nostra soddisfazione. Un segnale della crescita dell’attività che porta anche criticità: per quanto riguarda le rifilatrici e la gamma Calati, una volta facevamo le consegne nell’arco di pochi giorni, mentre adesso con gli ordini in aumento, pur cercando di agevolare i clienti, ci vogliono diverse settimane, sia relativi mercato interno che in quello estero. Se effettivamente nel 2024 ci sarà una ripresa del mercato globale, come indicano le previsioni degli analisti, soprattutto da metà primavera in poi, siamo fiduciosi sul fatto che il nostro trend potrà proseguire al rialzo e ci stiamo organizzando per far fronte all’aumento delle richieste”.
Quali sono le vostre previsioni per quest’anno?
“Almeno per il primo semestre ritengo non ci saranno novità sostanziali. Rispondendo alle richieste del mercato siamo in continuo aggiornamento e in perenne evoluzione, proprio per voler trovare sempre la soluzione richiesta. Ad esempio nel reparto rifilatrici ci è stato chiesto di fare alcune modifiche che abbiamo subito apportato, il lavoro customizzato fa parte della nostra filosofia aziendale. Oppure la necessità di una macchina più veloce per operare rapidamente sulla pompa del carniccio che ci ha fatto una grande conceria di Arzignano, subito risolta. La customizzazione è sempre molto importante perché le concerie operano in modo molto differente le une dalle altre, recentemente un’altra industria, sempre del distretto vicentino, vorrebbe utilizzare una compattatrice per polvere a doppio pistone e stiamo studiando la realizzazione di questo macchinario modificato”.
Siete in costante evoluzione e rivoluzione…
“Ovviamente il reparto ricerca e sviluppo non si ferma, come Danese stiamo lavorando su diversi progetti, poi bisogna capire se riusciremo a svilupparli. Per nostra strategia l’obiettivo da sempre è presentarci con un prodotto sicuro, affidabile e innovativo. Siamo un’azienda dotata di un dinamismo notevole, ad esempio nel reparto tessuti per palissoni stiamo attualmente eseguendo delle prove con l’utilizzo di nuovi materiali mai utilizzati prima”.
Una recente novità Danese è il caricatore elettropneumatico: di cosa si tratta?
“L’ufficio progettazione, fedele alle esigenze della sua clientela di diminuire il tempo di lavoro ed aumentare la produzione, ha studiato e prodotto un macchinario che, abbinato ad una pressa in continuo o ad una scarnatrice, è in grado di alleviare il lavoro di trasporto alla macchina ed allo stesso tempo di aumentare la produzione oraria. Tra le caratteristiche principali velocità di salita e di trasporto pari rispettivamente 60 metri e 40 metri al minuto, una catena “long- life” a bussole sinterizzate e un comando da un PLC che ne automatizza l’uso, ma esiste anche una versione totalmente analogica, semplice da riparare e con componenti senza problemi di intercambiabilità nel tempo”.
Come stanno andando Calati ed EzipCut?
“Entrambi molto bene. Calati rappresenta da sempre il riferimento mondiale per queste misurazioni, è diventato sinonimo di processo. Abbiamo proceduto con alcune personalizzazioni per lavorazioni diverse: anche qui accontentiamo il cliente ma contemporaneamente portiamo avanti il know-how aziendale, con esperienze che potranno essere utili in futuro. Nell’ultimo evento fieristico milanese abbiamo presentato il nuovo calibro analogico centesimale, che sta riscuotendo grande successo e per il quale stiamo registrando interesse non solo nel comparto conciario ma anche in quello del tessile. In tal senso valuteremo la possibilità di poter essere presenti in qualche fiera specializzata”. Per quanto riguarda EzipCut si tratta di prodotti fortemente implementati: il marchio è nato qui dentro, dai nostri tecnici quindi la soddisfazione è ancora maggiore, si tratta di una bella sfida, di ogni prodotto abbiamo costruito pezzo per pezzo, procedendo con scelte accurate di progetti e materiali”.
Infine il marchio Carm…
“E’ l’ultimo arrivato, ma i numeri continuano a sorprenderci favorevolmente. I tre tipi di carta proposti – bianca, rossa e telata – continuano ad essere molto richiesti sia in Italia che all’estero. Consapevoli che in questo ambito facciamo fatica ad essere innovativi, già a novembre avevamo superato i numeri dell’intero 2022: non conosciamo i dati di fine anno, tuttavia abbiamo chiuso con una buona crescita rispetto ai 12 mesi precedenti e il giro d’affari continua ad aumentare”.
A quanto corrisponde la vostra percentuale export e quali sono le vostre aree di riferimento?
“Attorno al 65-70%, lavoriamo in tutto il mondo, non esistono aree prevalenti, politica che ci consente di compensare i cali e le crisi alternate dei vari mercati. Globalmente siamo soddisfatti: nel passaggio tra vecchio e nuovo anno si sta rivelando in crescita la Turchia ma anche diversi Paesi attorno alla Cina, e altri paesi in cui la mano d’opera ha prezzi contenuti. Per il resto non possiamo negare che le guerre in atto stanno condizionando negativamente: dopo il crollo della Russia per i motivi ben noti, si è aggiunto anche il problema in Medio Oriente: avevamo un’ordinazione importante da spedire in Palestina, a questo punto probabilmente non se ne farà nulla”.
Che giudizio può dare della situazione economica in Oriente?
“Recentemente sono stato in quelle aree, dove ho trovato un mercato fermo e con tanta pelle nera (con il surplus le concerie producono il nero, ndr.) come non mi capitava di vedere da molto tempo. Ho trovato un ambiente lavorativo depresso, anche all’interno delle aziende l’intensa attività del periodo pre-Covid sembra ormai un ricordo lontano. Anche nel loro mercato interno è diminuita la richiesta di pelli, la speranza è che quello asiatico, soprattutto cinese, possa riprendere: è un mercato talmente ampio che è in grado di condizionare tutto il mondo. Noi continueremo a tenere monitorata quell’area, anche nei mercati meno conosciuti, dove cercheremo di penetrare, viaggiando e partecipando alle rassegne del settore”.

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Maurizio Danese IILF

Maurizio Danese alla fiera IILF di Chennai

Mubin Gafuri, Maurizio e Matteo Danese

Mubin Gafuri, Maurizio e Matteo Danese