Per TFL la sostenibilità è un punto fisso

ll dottor Dario Lazzari, responsabile del settore Ricerche e Sviluppo del finishing, spiega le strategie aziendale in ambito ambientale

In linea con la crescente importanza strategica delle tematiche legate alla sostenibilità, TFL Italia è sempre più impegnata nella ricerca e nell’applicazione di tecnologie esenti metalli per la lavorazione dei pellami, pensate per il settore automotive e per la realizzazione di articoli di pelletteria e di calzature. Importanti risorse sono state investite nella formulazione di composti a basso impatto ed eco-sostenibili – completamente privi di cromo e formaldeide, con un abbattimento dei livelli di COD e BOD (indice che identifica la biodegradabilità di un refluo) nel pieno rispetto delle principali normative internazionali e delle specifiche adottate dalla maggior parte di brand e produttori in materia di sicurezza, salvaguardia ambientale e utilizzo di sostanze pericolose o soggette a restrizioni.

“La sostenibilità rappresenta per TFL Italia – ci ha precisato il dottor Dario Lazzari, responsabile del settore Ricerche e Sviluppo Finishing – un caposaldo della propria strategia industriale, peraltro portata avanti da sempre. Il nostro non rappresenta uno slogan aziendale o fumo negli occhi, lo dimostrano i grandi sforzi e i notevoli investimenti a livello economico. Se salveremo il mondo non lo so e forse non lo sa nessuno, ma certamente come azienda stiamo utilizzando molte risorse in questo ambito, anche perché riteniamo che rappresenti una strada obbligata per l’intera filiera”.

Per il dottor Lazzari sono sostanzialmente tre i punti chiave sostenuti dalla TFL sotto il profilo della sostenibilità e della tutela dell’ambiente. “Il primo è che facciamo in modo che le materie prime e i prodotti che produciamo abbiano dal punto di vista della tossicità il profilo più basso possibile, sicuramente siamo in regola con le normative. Non utilizziamo prodotti tossici e nel caso una materia prima utilizzata in un nostro prodotto lo dovesse diventare perché nel frattempo è cambiata la classificazione, ci mettiamo a lavorare su quella materia prima per sostituirla con una nuova conforme con le regole in materia. Può sembrare scontato ma non lo è affatto: disporre di una gamma di prodotti con un profilo tossicologico buono è uno dei target che ci siamo posti e che ci porta, quasi quotidianamente, ad effettuare continui controlli e verifiche”.

“Il secondo aspetto – continua il manager – è che abbiamo già creato un portafoglio prodotti, parallelo a quello tradizionale, seppur con un minor numero di elementi, dove le materie prime che utilizziamo invece di avere una provenienza fossile (derivata dal petrolio) derivano da fonti rinnovabili come le biomasse. È il caso della linea Roda Pure e Acquaderm Pure. La regola adottata da TFL è che il Brand “PURE” viene utilizzato solo se all’interno del prodotto di questa linea c’è almeno il 50% di materie prime proveniente da fonti rinnovabili.

“Il terzo e ultimo punto, ma certamente non il meno importante, è il fatto che siamo coinvolti in un progetto molto impegnativo per la valutazione LCA (il Life Cycle Assessment è una metodologia che valuta tutte le matrie prime le energie i rifiuti ecc in entrata ed uscita nel ciclo di vita di un prodotto ndr.) dei nostri prodotti, finalizzati soprattutto al calcolo della CO₂ emessa in atmosfera, ma anche di altre categorie di impatto che all’occorrenza possono essere valutate. Abbiamo iniziato con la certificazione dei prodotti di rifinizione fabbricati a Buscate/Italia e stiamo estendendo questo processo agli altri stabilimenti di produzione in tutto il mondo. Il nostro target, è poter disporre della certificazione già alla fine di quest’anno sui prodotti finishing. Anche altri gruppi sempre in TFL sono partiti procedendo con la raccolta di una grande quantità di dati anche in questo caso finalizzati alla valutazione LCA. Tutto questo lavoro garantirà un quadro generale “delle categorie di impatto ambientale” in TFL legate alle nostre produzioni.”

“In realtà per un gruppo come il nostro – conclude il dottor Lazzari – il progetto legato alla sostenibilità non si conclude mai, è in continua evoluzione. Ci sono nuovi prodotti da inserire, oppure cambiano i processi chimici di produzione dei nostri prodotti e si deve procedere al ricalcolo”.

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