Archa, molto più di un laboratorio

Acronimo di Analisi e Ricerche di Chimica Applicata, ARCHA oggi si propone come punto di riferimento per aziende alla ricerca di strumenti scientifici e concreti per il monitoraggio e la gestione della sostenibilità. L’azienda di Ospedaletto (PI) è molto più di un semplice laboratorio di analisi: infatti, nel corso degli anni, ha saputo diversificare la propria attività in modo da venire incontro alle necessità di una clientela esigente e di un mercato in costante evoluzione. Un gruppo di società interconnesse tra loro che coprono diverse aree di lavoro, ma accomunate da un unico obiettivo: fornire prodotti all’avanguardia e Servizi specialistici. Abbiamo incontrato Giulia Cecchi, figlia del fondatore e responsabile area marketing, che ci ha spiegato più nel dettaglio non solo la storia di questa realtà tutta italiana, ma anche le soluzioni più interessanti lanciate sul mercato.
Cosa ci può dire per quanto concerne la struttura di ARCHA Srl?
Noi consideriamo ARCHA come un gruppo perché è in realtà formata da 4 società tra loro interconnesse.
Tra queste c’è ARCHA SRL, che ha cambiato recentemente il nome dall’originario Laboratori ARCHA, nata nel 1989, e che svolge attività di Ricerca, Sviluppo e Innovazione per conto delle aziende, ARCHALAB SRL cioè il laboratorio analitico che offre servizi di test e prove, TECHA SRL che si occupa della industrializzazione dei risultati delle ricerche del gruppo, della produzione di prodotti chimici e dello sviluppo di software specialistici per laboratori e l’ambiente, e ARCHADEMY SRL, agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana e vera e propria accademia per la crescita delle competenze di tutto il personale.
Facciamo un passo indietro, quando viene fondata Laboratori Archa?
La Laboratori Archa fu fondata nel 1989 da mio padre, il dottor Antonio Cecchi, chimico industriale. L’azienda nacque fin da subito come laboratorio di analisi, una scelta decisamente all’avanguardia per l’epoca, visto che gli interessi e l’attenzione per gli aspetti ambientali erano nati da poco. Dal 1989 ad oggi, dopo 33 anni, è cambiato non solo l’approccio della comunità alle problematiche ambientali, alla salute nei luoghi di lavoro, alla continua ricerca di innovazioni per la propria impresa, ma è cambiato anche il modo di “fare laboratorio”. Una mutazione che ha visto ARCHA, e tutti i suoi tecnici, pronti e ricettivi ai cambiamenti e che ha spalancato le porte all’innovazione, automazione e ricerca non solo per le società del gruppo ma anche per i clienti.
Dal 2015 ARCHA ha avuto una crescita esponenziale sotto diversi punti di vista, come confermato dall’aumento nel numero dei dipendenti, dall’incremento sensibile del fatturato, delle analisi accreditate, della ampia rete di relazioni. Quindi dalla Laboratori Archa di 33 anni fa siamo diventati oggi un’azienda moderna, tecnologicamente avanzata e in grado di offrire non solo Servizi di test e prove ma soluzione per l’innovazione e la crescita delle imprese: per questo abbiamo cambiato il nome in ARCHA.
Da quanto tempo collaborate con le aziende del comparto conciario?
Diverse concerie fanno parte ormai da anni della nostra rete clienti, tanto più che il distretto di Santa Croce sull’Arno non è molto distante dalla nostra sede. In altre parole, conosciamo molto bene le problematiche di gestione e le criticità del comparto. Siamo sempre pronti ad aiutare sia i nostri clienti che a salvaguardare il nostro territorio: ecco perché possiamo offrire a brand e aziende strumenti capaci di venire incontro alle loro richieste in materia di sostenibilità. Rientrano in questa ottica anche alcuni brevetti che abbiamo nel ns. portafoglio di privative e che proteggono idee e prodotti per una concia ecosostenibile.
A questo proposito, negli ultimi anni concetti come sostenibilità e circolarità sono diventati sempre più essenziali: non più una semplice moda da seguire, ma una scelta obbligata.
In ambito conciario, così come in molti altri settori, se qualcuno propone un’innovazione, tutti gli altri non possono permettersi di rimanere indietro. Le concerie devono adeguarsi a questa richiesta sempre più insistente di sostenibilità. Tuttavia, spesso, questo concetto viene applicato solo al prodotto, ma non possiamo negare che la sostenibilità deve partire dal processo. Solo che non è affatto facile tenere il passo. Ecco perché, noi continuiamo a investire sulla ricerca, un impegno costante che ha portato alla messa a punto di tantissime soluzioni che permettono di monitorare, in maniera concreta e scientifica, la sostenibilità di processo. Per esempio, abbiamo sviluppato un sistema sensoristico automatico di monitoraggio real time per il controllo in continuo dei parametri delle acque di scarico e delle emissioni in atmosfera (sistema chiamato Syrio), in modo tale da avere sempre una visione completa della situazione, poter elaborare le valutazioni LCA in modo più oggettivo ed intervenire in maniera efficace e tempestiva in caso di disallineamenti.
Quali alter soluzioni potete proporre alla vostra clientela?
Abbiamo investito molto sul laboratorio di biodegradabilità e sul concetto di biodegradabilità delle pelli, una questione che riguarda non solo gli articoli finiti, ma anche, e soprattutto, gli scarti di lavorazione. Produrre pelli biodegradabili favorisce il meccanismo di economia circolare, garantendo anche una gestione più sostenibile degli scarti di lavorazione, e fornendo così una soluzione a un problema reale. La biodegradabilità dei pellami viene prima testata nel nostro laboratorio specialistico e quindi certificata da un bollino, blu o verde: il primo si riferisce alla biodegradabilità in acque reflue, mentre il secondo a quella in impianti compostaggio industriale. Questi marchi, Biodegradable Leather®, sono stati lanciati a marzo 2021 e presentati all’edizione di settembre di Lineapelle di quello stesso anno. La fiera svoltasi a febbraio 2022 ha visto invece il lancio di un ulteriore marchio che prende il nome di iVirty®.
In che cosa consiste il progetto iVirty?
Per prima cosa, mi permetta di fare un passo indietro. Il nostro è l’unico laboratorio in Italia riconosciuto dall’ente TUV Austria per tutti gli schemi di biodegradabilità dei materiali plastici. In questo settore specifico siamo davvero imbattibili e, negli anni, abbiamo acquisito un know-how altamente qualificato, competenze che abbiamo deciso di mettere al servizio del settore conciario. Siccome non esiste una normativa specifica per la biodegradabilità delle pelli, abbiamo sviluppato un disciplinare tecnico per le concerie riconosciuto anche dall’Università di Pisa. Dopo il superamento di test e analisi effettuati da noi, l’iter prevede l’intervento di un ente certificatore terzo, Certiquality, che effettua un audit finale in azienda. In caso di esito positivo, la conceria otterrà la certificazione della sua pelle biodegradabile con l’apposizione del marchio Biodegradable Leather®, sono stati lanciati a marzo 2021 e presentati all’edizione di settembre di Lineapelle di quello stesso anno. La fiera svoltasi a febbraio 2022 ha visto invece il lancio di un ulteriore marchio che prende il nome di iVirty®.
Quali sono i vantaggi garantiti da iVirty®?
Il marchio iVirty® permette ai brand di comunicare in maniera chiara la biodegradabilità e sostenibilità dei loro prodotti. Tuttavia, non è questa l’unica ragione di interesse, dato che questa soluzione ci permette di affrontare un’altra problematica importante, ovvero la gestione del fine vita degli articoli moda. Se il bollino “Biodegradable Leather” ci permette di ottimizzare il recupero degli scarti di lavorazione, iVirty si rivolge ai prodotti finite, borse, scarpe o abiti interamente biodegradabili, quindi un’opportunità per tutto il settore moda. iVIRTY, quindi, assicura un importante vantaggio sia a livello promozionale, che tecnico e ambientale. E collegato a iVIRTY c’è anche un importante aspetto di ecodesign che è fondamentale al fine di stimolare stilisti e aziende all’utilizzo di determinati materiali piuttosto che altri, progettando articoli che, in future, potranno essere smaltiti senza danneggiare l’ambiente.
La vostra azienda si occupa anche di bilancio di sostenibilità, di che cosa si tratta?
Come il bilancio economico riassume i risultati annuali dell’impresa dal punto di vista patrimoniale e economico così il bilancio di sostenibilità riassume I risultati annuali dell’impresa nei confronti degli impatti sull’ambiente, sulla vita del territorio e sugli aspetti sociali in genere,
Le piccole e medie imprese non hanno ancora l’obbligo di redigerlo ma in qualità probabilmente di fornitori di imprese obbligate (quali le Grandi Imprese e le società quotate in borsa) sono spesso sempre più chiamate a rendicontare il proprio comportamento per la “sostenibilità”.
Noi stessi abbiamo redatto il ns primo bilancio di sostenibilità e, grazie alla nostra esperienza trentennale sulla protezione dell’ambiente ed i sistemi di gestione di qualità-ambiente-sicurezza-sociale ci proponiamo anche come consulenti per le aziende interessate. La predisposizione del bilancio di ecosostenibilità è stata completata insieme al bilancio economico e presto comunicheremo I risultati in maniera efficace e chiara anche dal punto di vista grafico.
Possiamo affermare che ARCHA è nata sostenibile e noi di ARCHA non ci stanchiamo di affermare che la sostenibilità non è un traguardo, non è un punteggio, ma è un modo di essere, un modo di fare impresa, un modo di coniugare i profitti con le esigenze del territorio in termini sociali e ambientali. Su questo il nostro impegno è concreto e costante.

www.archa.it

Giulia Cecchi