Archa, progettare e misurare la sostenibilità

Laboratorio di analisi chimiche, ricerca e sviluppo, Archa offre una risposta scientifica alle tematiche legate all’ambiente, accompagnando le aziende nell’innovazione di prodotto, di processo e di servizi

Quattro beute di colore diverso, raffigurate con un’inclinazione che intende richiamare alla mente la Torre pendente di Pisa, introducono l’immagine di Archa all’ultima edizione di Lineapelle. L’azienda pisana, presente all’appuntamento fieristico da sole tre edizioni, ha in realtà una lunga storia da raccontare come partner qualificato per tutte le fasi di ideazione, ricerca, sviluppo, start-up e industrializzazione di prodotti innovativi, sicuri ed ecologici. Giulia Cecchi, responsabile area Marketing e Comunicazione, ci illustra il ruolo di un laboratorio di analisi chimiche nato per rispondere in maniera scientifica alle questioni di sostenibilità.
Giulia Cecchi, qual è la storia di Archa?
“Archa è l’acronimo di Analisi e Ricerche di CHimica Applicata. Siamo nati 33 anni fa come puro laboratorio di analisi chimiche e batteriologiche conto terzi. Ai tempi si trattava di un progetto futuristico perché pochissimi investivano sulla chimica. Ma la nostra mission a sostegno della crescita ci consente oggi di offrire competenze e soluzioni all’avanguardia a tutte le aziende che credono nell’innovazione e nello sviluppo sostenibile”.
Com’è strutturata la società?
“Sono quattro le aree di competenza del gruppo Archa, rappresentate in fiera da altrettante beute colorate: arancione (ricerca), verde (analisi), azzurra (tecnologia) e gialla (formazione). La loro raffigurazione inclinata, all’epoca un’idea di mio padre, è un richiamo alla Torre di Pisa, simbolo del nostro territorio. Archa Research – centro riconosciuto dal MUR, il ministero dell’Università e della Ricerca – si occupa di gestire progetti di ricerca e sviluppo finanziati e non, regionali, nazionali e soprattutto europei. In sinergia con l’area ricerca lavora il laboratorio di analisi chimiche, biologiche, fisiche e tecnologiche Archa Lab. Accreditato da Accredia ai sensi della UNI CEI EN ISO/IEC 17043, il laboratorio effettua test su varie matrici e campi applicativi. Ci poniamo soprattutto come risposta scientifica alle tematiche della sostenibilità e al pericolo greenwashing. Attraverso le nostre analisi tecniche, infatti, offriamo un servizio in grado di attestare a tutti gli effetti se il prodotto o il processo in fase di attuazione è oggettivamente sostenibile. Techa è una pmi innovativa nata per industrializzare i prodotti derivati dalle ricerche. Per esempio mettiamo a punto prodotti per il trattamento di tessuti e pelli, prodotti chimici per specifiche applicazioni nel campo conciario, sensoristica per il monitoraggio realtime di impatti ambientali e processi. Attraverso Techa commercializziamo il nostro software gestionale di laboratorio Elabora. All’interno dell’azienda, infatti, opera un reparto ICT che progetta e sviluppa software per una gestione 4.0 dei laboratori, degli aspetti ambientali e dei rischi. Il software consente di condurre analisi predittive applicate al settore della sostenibilità. Per esempio possiamo valutare in maniera predittiva se la composizione del prodotto conciario che intendiamo sviluppare può dare origine a delle problematiche ambientali. Archademy, infine, rappresenta l’area training del Gruppo. Si tratta di un’agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana per erogare tutti i tipi di servizio in ambito tecnico, qualità, ambiente, sicurezza”.
Quali servizi avete messo a punto indicati per il settore conciario?
“Sono diverse le attività già presentate che permettono, come ho detto, di rispondere in maniera scientifica alle questioni di sostenibilità.
Dall’impegno continuo del settore conciario in azioni di sostenibilità di prodotto e processo sono nati i marchi registrati Biodegradable Leather green e blue label che attestano rispettivamente la biodegradabilità della pelle o del cuoio in compost (almeno del 90%) e in acque reflue (almeno dell’80%). Il disciplinare tecnico è validato dall’Università di Pisa nell’ambito della collaborazione scientifica con il dipartimento di Chimica e Chimica industriale e il rilascio dell’uso del marchio avviene a seguito di un audit della qualità verificato dall’ente di certificazione Certiquality. iVirty (marchio registrato come i precedenti) certifica invece la biodegradabilità e compostabilità di un prodotto finito e quindi di tutti i suoi componenti. Parliamo di calzature, borse, cinture o capi di abbigliamento. Il marchio iVirty comunica al mercato, e al consumatore finale, che a fine vita il prodotto potrà essere trattato in modo tale da non recare danno all’ambiente. Inoltre eseguiamo da anni l’analisi LCA per la valutazione degli impatti ambientali di prodotti e processi, e proprio per una stima ottimale dell’LCA abbiamo messo a punto un sistema di sensoristica per il monitoraggio real time di alcuni parametri delle acque di scarico e delle emissioni. Il sistema di sensori si chiama SYRIO”.
Da dove deriva il vostro know-how sulla biodegradabilità?
“Il nostro know-how nasce dall’esperienza accumulata in laboratorio con i test di biodegradabilità su vari materiali. Siamo uno dei pochi laboratori al mondo riconosciuti dal TÜV AUSTRIA per tutte le analisi previste in tema di biodegradabilità e compostabilità sulle bioplastiche secondo la norma UNI EN 13432. Siamo infatti riconosciuti per tutti e 5 gli schemi analitici previsti dall’ente (oltre al riconoscimento Seedling). Un campo di analisi che abbiamo esteso, tra gli altri (packaging, carta, cartone, coloranti, additivi ecc.), anche alla pelle e al cuoio”.

www.archa.it

Laboratorio Archa, Giulia Cecchi, Valeria Bevilacqua

Lo stand Archa all’ultima edizione di Lineapelle: a sinistra Giulia Cecchi, responsabile Marketing e Comunicazione, con Valeria Bevilacqua, chimico industriale, responsabile Commerciale e Sistemi di Gestione. Valeria è il riferimento per le analisi di biodegradabilità sulla pelle e il cuoio