Bergi, nuovi passi verso la sostenibilità

La Bergi di Arzignano, leader nella produzione di macchine per il settore conciario, sta procedendo con l’iter per la certificazione ambientale ISO 14001. Proseguono gli investimenti dopo l’ampliamento della sede e nel 2025 è prevista la festa per i 60 anni di storia

Il 2024 sarà un anno importante e di ulteriore sviluppo, se non addirittura di svolta, per la Bergi Spa di Arzignano (Vicenza), industria leader nella produzione di macchine per il settore conciario, in particolare per la lavorazione di qualsiasi tipo di pelle. Fondata nel 1965 da Giovanni Bergozza la realtà veneta festeggerà il prossimo anno il 60° anniversario, un traguardo importante e prestigioso di quella che rappresenta anche una bella storia familiare: al timone della società c’è infatti il figlio del fondatore, Mauro, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente nazionale di Assomac, socio assieme ai fratelli Alberto e Federico. La terza generazione è rappresentata dai figli di Mauro, Samantha, Nicola e Leonardo.

L’azienda veneta sta facendo ulteriori passi verso la sostenibilità e in tal senso sta procedendo l’iter per la certificazione ISO 14001, che rappresenta un “bollino” ambientale importante, legato al sistema di gestione che ha necessitato di una serie di interventi in ambito “green”. Tali opere sono state effettuate con l’ampliamento della sede centrale di Arzignano, estesa ora su 5.600 mq mentre quella di Gambellara, sempre nel Vicentino, è di 5.100 mq (3.600 mq per la produzione e 1.500 mq di magazzino macchine usate) per un totale complessivo di 10.700 mq. Nel frattempo proseguono gli investimenti, mentre il numero di dipendenti – attualmente sono una settantina, di cui 15 a Gambellara – è rimasto costante nonostante il momento difficile a livello economico e in particolare del settore conciario.

“In prospettiva futura la certificazione Iso 14001 – spiegano Mauro e Leonardo Bergozza, che abbiamo intervistato nella sede di Arzignano – rappresenta un traguardo prestigioso perché identifica al meglio la strategia aziendale, portata avanti dalla nostra famiglia da quasi 60 anni, che festeggeremo tra pochi mesi con questo fiore all’occhiello. È un progetto che stiamo portando avanti da un paio d’anni, il problema maggiore ha riguardato l’iter burocratico, ma finalmente siamo alla fine del percorso, manca solo un piccolo intervento edile. Nell’ultimo triennio, in un periodo in cui il settore conciario sta soffrendo e non solo per il periodo post-Covid, abbiamo effettuato investimenti ingenti, che abbiamo ritenuto doverosi per guardare verso il futuro. Qui ad Arzignano abbiamo utilizzato il bando della Regione Veneto che ha garantito aiuti e agevolazioni fiscali per interventi come illuminazione, serramenti e altre strutture, che hanno coperto una parte degli investimenti “green”, che complessivamente ammontano a circa mezzo milione di euro”.

Quali i vantaggi derivati dalla costruzione del nuovo capannone di Arzignano?
“Gli spazi grandi ci consentono di far partire più linee di montaggio nello stesso momento. Con la nascita del nuovo capannone, abbiamo proceduto con la ristrutturazione degli spazi: nello specifico non adottiamo il metodo giapponese “Kaizen”, ma ci siamo ispirati ad esso. Quando ci siamo allargati abbiamo spostato nel nuovo capannone tutti i montaggi di macchine, mentre nel vecchio capannone abbiamo lasciato solamente la parte movimentazione pelli, quindi l’automazione. Nel capannone nuovo abbiamo creato delle “isole” di lavoro, ognuna delle quali conserva la macchina durante tutte le fasi di montaggio con i pezzi che la compongono a portata di mano, fornite di banco da lavoro con gli attrezzi e tutti i servizi a disposizione. In questo modo l’operatore che monta la singola macchina non è costretto a muoversi dal posto di lavoro, in quanto ha tutto a disposizione. Questo sistema lo stiamo applicando dalla tarda primavera 2023, quindi da circa un anno, possiamo dirci soddisfatti dei risultati e quindi degli investimenti fatti”.
Come vi siete strutturati?
“L’allargamento ha portato ad avere aree più estese, il che significa movimentare meglio le merci, risparmiando tempo e costi. Se in un’isola una macchina è assemblata ma non viene caricata appena terminata per questioni organizzative, l’operatore può spostarsi e iniziare a lavorare sull’isola a fianco. L’area precedentemente destinata alle presse, estesa su più di 1000 mq, è diventata un allargamento del magazzino, permettendo una sistemazione delle merci più ordinata e accessibile”.
Come si identifica il vostro impegno a livello ambientale?
“Ad Arzignano abbiamo installato un impianto fotovoltaico che copre circa il 90% del nostro fabbisogno di energia elettrica. A Gambellara, dove è stata eliminata la forgia a carbone a favore di un impianto elettrico ad induzione, ci siamo dotati di una cabina nuova per un ulteriore risparmio energetico e per la fruibilità dell’elettricità, e con gli incentivi in arrivo con la transizione 5.0 decideremo se installare anche in quei capannoni un impianto fotovoltaico. Abbiamo eliminato quasi totalmente le caldaie a gas, conservando solamente quelle di emergenza nel caso le pompe di calore non funzionassero. Siamo dotati di una vasca di raccolta dell’acqua piovana, obbligatoria nel capannone nuovo, e un’altra verrà realizzata a servizio di quello vecchio: questo ci consentirà di rimodulare il lavaggio macchine e pezzi con acqua calda ad alta pressione, riducendo al minimo necessario l’utilizzo dei solventi”.
Quali sono i punti di forza della Bergi?
“Dalla progettazione alla produzione, dalla vendita al post-vendita produciamo tutto internamente, ci sono rimasti solo pochi terzisti per la cromatura, la verniciatura a polvere e parte della carpenteria pesante, per quella leggera ci arrangiamo noi. Anche la parte elettronica e i software li gestiamo in sede,
Veduta aerea dell’azienda: il nuovo capannone abbraccia quello preesistente con un design funzionale e moderno Aerial view of the company: the new warehouse embraces the pre-existing one with a functional, modern design questo è un notevole vantaggio in quanto significa avere una conoscenza delle macchine a 360 gradi e poter intervenire in maniera tempestiva, riuscendo a risolvere eventuali problemi”.
Nel settore delle macchine da conceria probabilmente solo la Bergi è in grado di garantire il ciclo completo…
“Se non siamo i soli, siamo tra i pochi. Va detto, produrre tutto in casa a volte potrebbe avere un costo maggiore rispetto all’appoggiarsi a terzisti, ma permette di essere più flessibili e quindi più competitivi nel servizio al cliente. In casi di emergenza abbiamo la possibilità di interrompere una lavorazione meccanica di routine per dare la precedenza al cliente che ha una necessità impellente. La nostra produzione è ormai quasi tutta customizzata, in quanto sempre più legata a misure diverse per questioni di spazio, così come pure le “squadre di emergenza” sono pronte ad arrivare in tempi brevissimi”.
Come sono i vostri rapporti con le maestranze?
“La nostra più che un’industria è una “famiglia allargata”, negli anni siamo riusciti a calibrare bene le assunzioni: vantiamo infatti una distribuzione che va dai 21 a quasi 60 anni, questo ci consente un ricambio lento, coloro che vanno in pensione gradualmente vengono sostituiti dai giovani. Per questi ultimi non abbiamo grosse difficoltà ad assumerli, semmai il problema è trattenerli vista la voglia di nuove esperienze e di scoprire settori diversi. In un periodo in cui si parla di inclusività, in amministrazione ci sono solo donne, a livello di uffici sono oltre il 50%. A livello numerico siamo al massimo per la Bergi, in realtà in passato come gruppo abbiamo superato quota 90, comprensivi anche dei marchi Bertech ed Incoma”.
La vostra è considerata una struttura moderna, rispettosa dell’ambiente e dei dipendenti…
“Con orgoglio possiamo dire di avere un team dotato di notevole senso di appartenenza, mentre la costruzione del nuovo capannone e gli investimenti previsti negli anni a venire hanno come obiettivo il benessere nel luogo di lavoro: grazie ai pannelli solari gli stabilimenti sono temperati in inverno e rinfrescati dall’aria condizionata in estate, che generalmente in pochi capannoni industriali è garantita. Inoltre nella nuova area c’è sempre tanta luce. I dipendenti hanno a disposizione una mensa, che abbiamo creato molti anni fa, dove possono portarsi da mangiare o ordinare da fuori. Siamo attivi anche a livello di welfare aziendale, in tal senso cerchiamo che i dipendenti si sentano parte integrante del progetto. Previsti inoltre i bonus a fine anno se si supera la percentuale di guadagno superiore a quello stabilito”.
Da sempre la Bergi è impegnata molto nel sociale, in aiuto alle realtà del territorio…
“A livello sportivo supportiamo il Real S. Zeno Arzignano (Mauro Bergozza è presidente da oltre 10 anni, ndr.), una società sportiva che accoglie 245 atleti di tutte le età tra calcio e pallavolo, un record soprattutto in questa fase di denatalità. Tuttavia siamo attenti anche ad altre realtà e associazioni che operano sul territorio, ad esempio ad inizio primavera abbiamo aiutato la cooperativa Moby Dick, che segue i disabili, per l’acquisto di un nuovo pullmino, di cui avevano notevole bisogno, coinvolgendo anche altri imprenditori della vallata”.

www.bergi.com

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Mauro Bergozza, presidente Bergi

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Veduta aerea dell’azienda: il nuovo capannone abbraccia quello preesistente con un design funzionale e moderno

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L’ultimo investimento di Bergi realizzato nello stabilimento di Gambellara

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Leonardo Bergozza, terza generazione alla guida di Bergi insieme ai fratelli Nicola e Samantha

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