Marika Peretti e le collezioni moda

All’interno del gruppo da un ventennio, ricoprendo varie mansioni, da qualche anno le è stato assegnato il ruolo di manager fashion cooperations. Il lavoro tra le sedi in Veneto e in Toscana, oltre che in tutto il mondo

Durante la settimana degli studenti inglesi a Montebello Vicentino abbiamo incontrato Marika Peretti, che all’interno del gruppo opera da oltre 20 anni, ricoprendo varie mansioni, mentre da qualche anno le è stato assegnato il ruolo di manager fashion cooperations. “In TFL mi occupo, insieme al team fashion – precisa Marika – dell’organizzazione delle collezioni moda che vengono presentate due volte l’anno e delle relazioni con i brand e con gli stilisti. La vicinanza ai nostri clienti è molto importante per noi, ci ispira a generare nuove idee, ascoltiamo attentamente le loro esigenze e sviluppiamo prodotti che spesso superano le loro aspettative. La profonda conoscenza dei nostri tecnici della tecnologia applicativa ci consente di sviluppare la giusta soluzione per le loro necessità. Al fine di fornire un servizio ottimale in loco, TFL dispone di laboratori applicativi nella maggior parte delle sue business unit, dislocate in tutto il mondo. Tutti i centri sono dotati di tecnologie all’avanguardia e l’Italia rappresenta l’hub principale per i corsi di formazione e presentazioni su misura per i clienti”.
Le presentazioni itineranti della collezione durano alcuni mesi …
“Proprio così, infatti è iniziata già tre-quattro settimane fa, visto che Roberto Borgia si trova fuori sede da inizio maggio. Abbiamo iniziato da Castelfranco di Sotto, per i clienti della Toscana, poi sempre da questa sede abbiamo programmato la “settimana live”, con presentazioni via Zoom per i clienti esteri più lontani, come India, Messico, alcuni stati del Far East e Sudamerica, anche se quest’anno abbiamo dovuto rinunciare al Brasile a causa dei problemi ambientali che hanno caratterizzato il mese di maggio. Contemporaneamente la collezione è stata portata in Turchia, nel distretto campano di Solofra e dopo questa settimana a Montebello, andrà nell’ordine in Portogallo, Spagna, Germania ed Olanda”.
Come è strutturato questo calendario di presentazioni senza soluzione di continuità?
“Abbiamo due collezioni che viaggiano, generalmente una va e una viene a settimane alterne, disponendo del tempo tecnico di alcuni giorni per spedirle da un Paese all’altro: siamo in contatto contemporaneamente con i responsabili di più Paesi, proprio per garantire un programma incalzante, senza periodi morti. Il lavoro richiede grande coordinazione, soprattutto dobbiamo essere pronti a disporre degli accessori realizzati con le pelli della collezione. Nello stesso tempo prepariamo dei booklet destinati ai nostri clienti principali del fashion e della calzatura e dei booklet più grandi che lasciamo come referenza, in formati in cui è possibile toccare e visionare le pelli, alle business unit del gruppo. Le nostre collezioni saranno inoltre presenti nelle due grandi fiere ACLE di Shanghai e IILF di Chennai”.
Voi siete conosciuti e apprezzati in tutto per essere probabilmente i primi nel mondo per l’anticipo delle collezioni?
“È il nostro valore aggiunto, anche se richiede investimenti importanti, portati avanti nel tempo ma che hanno dato frutti significati. Ad esempio in questa sede, prima dell’estate 2024, stiamo presentando le collezioni autunno-inverno 2025/2026: diciamo che un anno prima rappresenta lo standard generale, ma noi siamo in anticipo di ulteriori sei mesi, nessun nostro concorrente parte da così distante. E durante le presentazioni, procediamo già con il kick-off, avviando il progetto della collezione successiva, per garantirci il tempo tecnico che ci serve, partendo da colori e tendenze, per anticipare di 5-6 mesi le principali fiere internazionali. In questo modo i nostri clienti possono recarsi in fiera avendo già visto da noi quanto possono sviluppare e a loro volta proporre ai loro clienti. Nessuno è così all’avanguardia in questo senso”.
Come riuscite a partire con i kick-off in maniera così rapida?
“Acquistando tempestivamente il materiale siamo già in grado di produrre le prime pelli. Iniziamo dalla fase umida e facciamo la rifinizione attraverso i colori pantone, con i mood già indicati dallo stilista. La tipologia di articoli da produrre viene decisa tenendo anche in considerazione i riscontri che riceviamo dai clienti, quando saranno pronte le prime pelli, pochi mesi dopo, inizieremo a fare tutti gli accessori. Che saranno fotografati e il nostro editore, seguendo il layout della casa madre, produrrà i booklet. Tutto questo avviene prima dell’inizio delle presentazioni di maggio, per spedire questi cataloghi ai nostri clienti principali e a qualche brand con cui abbiamo rapporti. Ci sono anche molte concerie di proprietà dei brand, con cui abbiamo rapporti, ad esempio le concerie di Gucci e di Channel, che sono fidelizzate a questo giro di presentazioni”.
Come riuscite a portare avanti un lavoro così intenso?
“Con tanta organizzazione e fatica, disponendo di una valida rete di colleghi locali che ci supporta. Lo stilista e Roberto Borgia, che si occupa dell’aspetto tecnico della collezione, sono coadiuvati da un nostro team di tecnici del posto. La grande varietà di materiali e prodotti di nostra produzione ci consente di avere una collezione con un ampio campionario di articolistica, che può essere spunto in ogni parte del mondo. L’ideale è, sulla base di questa, costituire una propria collezione mirata, lavoro che alcune organizzazioni locali del gruppo TFL sviluppano a partire dagli spunti della collezione globale, trasferendole su materiali e problematiche tipiche del loro mercato. Con tutto questo lavoro di ricerca, i tempi si allungano, per questo il team è sempre in anticipo con il lavoro, essendo a oggi già all’opera sulla collezione successiva: di fatto sei mesi prima rispetto alle presentazioni moda e due anni rispetto alla stagione”.
Le nuove tecnologie, in particolare i collegamenti in streaming, sono state lanciate durante il Covid?
“In realtà era un sistema già utilizzato in precedenza, indubbiamente la pandemia e con essa la difficoltà di muoversi nel mondo, che per un po’ di mesi era di fatto un divieto quasi assoluto, ha sicuramente accelerato questo tipo di proposte. Alla TFL, durante i lockdown abbiamo intensificato il lavoro di ricerca e sviluppo, mentre per quanto riguarda i rapporti con brand, distributori e clienti abbiamo sfruttato le tecnologie digitali per restare in contatto, organizzando numerosi collegamenti con la piattaforma Zoom”.
In particolare che cosa avete programmato?
“Abbiamo allestito le presentazioni in diretta dal nostro Global Fashion Center in Toscana con 18 Paesi di tutti i continenti raggiungendo quasi 300 tra brand, clienti e distributori in tre settimane. Con il nostro stilista dal Fashion Center di Castelfranco di Sotto abbiamo effettuato numerosi collegamenti in diretta, sia con slot dedicati al singolo brand o cliente che a gruppi eterogenei: ci siamo avvalsi del supporto di interpreti simultaneisti mentre i nostri colleghi nel mondo avevano riunito nei più importanti centri applicativi TFL, muniti di maxischermi, i loro clienti e partner più importanti per il settore calzatura e pelletteria”.
Quali sono i vantaggi che garantiscono le nuove tecnologie?
“Risultati impensabili sino a pochi anni fa. Ad esempio grazie al lavoro di un videomaker professionista abbiamo presentato i nostri mood con attrezzature che consentivano di effettuare i primi piani sulle pelli. I clienti ed i tecnici interessati potevano inoltre toccare realmente i pellami in quanto, prima della presentazione, avevamo mandato nelle nostre sedi nel mondo il nostro book fisico con la collezione. Inoltre abbiamo realizzato e caricato su Youtube un video della presentazione, oltre ad avere spedito ai partecipanti la registrazione personalizzata, per consentire a tutti di rivederla quando necessario”.
Che vantaggi comporta questo sistema?
“Chi partecipa con noi a queste “riunioni” può ricevere una documentazione completa che gli rimane in archivio, con la possibilità di diffonderla agli uffici stile interni. In questo modo è possibile creare una “banca dati”, riguardante le varie collezioni, utili per il lavoro aziendale ma soprattutto per i progetti futuri. Il cliente potrà conservarlo e utilizzarlo come riferimento bibliografico che di anno in anno viene integrato da nuove ricerche e passi in avanti sotto tutti gli aspetti”.

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