Parità di Genere, Acque del Chiampo ottiene la certificazione

Acque del Chiampo ha ottenuto la certificazione della Parità di Genere, un riconoscimento che valorizza l’impegno della società nel preservare il valore del proprio personale e per la promozione dell’integrità psicofisica, morale e culturale, attraverso condizioni di lavoro rispettose della dignità individuale.

La presenza femminile costituisce circa un quarto del personale dipendente di Acque del Chiampo (46 lavoratrici sui 191 dipendenti, pari a circa il 24% del totale).

“Il punteggio ottenuto ci ha permesso di superare brillantemente l’audit – ha scritto il direttore generale, Andrea Chiorboli, nel messaggio con cui ha comunicato l’ottenimento della certificazione ai dipendenti -. Questa certificazione rappresenta la fotografia di un’azienda, la nostra, in cui valori come il rispetto, l’inclusione, la parità di genere e il welfare sono consolidati nel nostro agire quotidiano”.

La certificazione della Parità di Genere è stata istituita con la legge 162 del 2021 in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo ed è in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile. L’obiettivo della certificazione è attestare l’efficacia delle politiche e delle misure organizzative adottate per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di carriera, ai livelli retributivi a parità di mansione, alle politiche per la gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Nel dettaglio, la certificazione consente di valorizzare sistemi organizzativi capaci di favorire un ambiente di lavoro imparziale, inclusivo e socialmente responsabile, promuovere l’immagine e la reputazione della società, richiedere sgravi contributivi nel limite dell’1% dei contributi previdenziali fino a 50mila euro annui e ottenere un punteggio premiale per la valutazione da parte delle autorità titolari di fondi europei, nazionali e regionali delle proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

Per raggiungere l’obiettivo della certificazione, nei mesi scorsi è stato costituito il Comitato Parità di Genere di Acque del Chiampo, con il compito di operare affinché vengano create e supportate le condizioni necessarie per un ambiente lavorativo il più possibile inclusivo ed equamente rappresentato. I componenti del Comitato sono Michela Corato (Segreteria Area Depurazione), Mirko Crema (Responsabile Risorse Umane), Matteo Dalla Pozza (Risorse Umane) e Alba Jaho (Responsabile Affari Legali e Societari, Segreteria Organo Amministrativo).

Di recente, il Comitato Parità di Genere ha promosso la partecipazione dei dipendenti di Acque del Chiampo alle iniziative in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che si celebra ogni anno il 25 novembre e ha commemorato la scomparsa di Giulia Cecchettin, 105ª vittima di femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno, con un minuto di silenzio e lo spegnimento delle luci degli uffici il 5 dicembre  in occasione dei funerali della ragazza, per cui il governatore Luca Zaia ha proclamato il lutto cittadino in tutta la regione.

A seguire, alcuni dati di Accredia, l’Ente Unico nazionale di accreditamento degli organismi di certificazione, citati dalla testata Nord Est Economia secondo cui il Veneto è la seconda regione d’Italia come numero di certificazioni di Parità di Genere dopo la Lombardia: a luglio se ne contavano 339 (erano 294 a maggio). In Friuli Venezia Giulia erano 49, in Trentino Alto Adige 23. In tutta Italia sono oltre 2500.

L’Italia è terzultima in Europa come occupazione femminile, secondo Eurostat. E nel 2023 ha perso 16 posizioni rispetto al 2022 nel Global Gender Gap Report del World Economic Forum (79sima su 146 paesi analizzati).

Il divario di genere si riscontra molto anche nel Nordest. Per esempio, secondo i dati di recenti studi considerati nella relazione congiunturale di novembre 2023 dell’Osservatorio sull’Economia e il Lavoro della Camera di Commercio di Vicenza, nella provincia berica il tasso di occupazione femminile è del 58,9% a fronte del 74,2% di quello maschile. La retribuzione annua full-time media dei dipendenti privati uomini è di 30mila euro, quella delle donne è di 22mila euro. Nel settore manifatturiero in particolare, che nel Vicentino impiega il 42% degli addetti, la manodopera femminile rappresenta circa il 25% ed è concentrata soprattutto in ruoli impiegatizi e operai, con retribuzioni nettamente inferiori a parità di giornate lavorate in un anno. Il gap va in media da 1000 euro per le apprendiste (-5,8%) a 5900 euro per le operaie (-21,4%), da 10.800 euro per le impiegate (-25,5%) a 14mila euro per le dirigenti (-25,5%).

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