Silvateam, un altro passo importante verso un futuro più verde e sostenibile

Silvateam e la tecnologia Ecotan: intervista esclusiva a Antonio Battaglia, BU Leather Director dell’azienda cuneense.

Il progetto Ecotan, creato e promosso da Silvateam, è a tutti gli effetti considerato la soluzione più innovativa e sostenibile per l’industria conciaria. Con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del settore, Silvateam ha sviluppato una nuova tecnologia di concia che utilizza estratti vegetali e biopolimeri al posto delle tradizionali sostanze concianti di origine chimica. Questo approccio eco-compatibile offre numerosi vantaggi: innanzitutto, riduce l’emissione di sostanze inquinanti nell’ambiente, contribuendo alla salvaguardia dell’ecosistema; e in secondo luogo, questo processo richiede una quantità inferiore di energia, riducendo così il consumo di risorse non rinnovabili. Ma non è tutto. Gli estratti vegetali utilizzati nel processo di concia e riconcia Ecotan provengono da fonti rinnovabili, come ad esempio i tronchi e le cortecce degli alberi, naturalmente ricchi in tannino. Questo significa che non solo si riducono gli impatti negativi sull’ambiente, ma si valorizzano anche le risorse naturali. Inoltre, grazie al processo di concia Ecotan, si ottengono pelli di alta qualità e con elevate performance tecniche che le conciarie possono offrire ai propri clienti per rispondere alla crescente domanda di prodotti ecosostenibili. Secondo un recente studio realizzato da WEF (2021), il 73% dei consumatori afferma di essere disposto a pagare di più per prodotti di moda realizzati con criteri a basso impatto ambientale. Il progetto Ecotan di Silvateam è un esempio concreto di come l’innovazione e la sostenibilità possano crescere in modo armonico e sinergico.
Iniziamo parlando degli ultimi sviluppi relativi al carbon footprint dei vostri prodotti.
“Sul fronte specifico dell’LCA, Silvateam ha compiuto notevoli progressi negli ultimi dodici mesi. Dieci anni fa siamo stati la prima azienda di prodotti chimici per conceria a condurre, in collaborazione con SPIN360, un Life Cycle Assessment (LCA) su alcuni nostri estratti vegetali e tannini sintetici. Questa analisi ci ha permesso di partecipare al gruppo di lavoro per la valutazione delle prestazioni ambientali al fine di definire le Product Category Rules (PCR) dei prodotti chimici per la concia. Oggi l’azienda ha adottato un sistema all’avanguardia per la generazione di dati LCA, sempre con il supporto di SPIN360, che si basa sugli standard ISO 14040 e ha permesso di calcolare fino ad ora l’LCA di 40 prodotti, che rappresentano il 90% delle nostre vendite. Inoltre, non ci concentriamo solo sulle prestazioni ambientali dei nostri prodotti, ma ci impegniamo a supportare i nostri clienti nella riduzione dell’impatto dell’intero processo di concia delle pelli. A tal fine, siamo stati tra i primi produttori chimici ad adottare il Simulatore LCA, un software sviluppato da SPIN360, che consente ai tecnici della Ricerca & Sviluppo di analizzare le fasi del processo produttivo di riviera, concia e postconcia, monitorando in tempo reale il consumo energetico e l’impatto di tutte le risorse utilizzate. Grazie a questo software, siamo in grado di quantificare con precisione l’impatto ambientale delle diverse tipologie di pelli, tenendo conto di fattori come le emissioni di CO2, il consumo di acqua e di energia, nonché l’utilizzo di risorse naturali. Questo approccio accurato è stato adottato in modo particolare per i pellami della nostra linea Ecotan, mentre in precedenza, si faceva affidamento principalmente a stime approssimative di prodotti analoghi (proxy). L’implementazione di questo strumento avanzato rappresenta un notevole salto in avanti che offriremo ai nostri clienti, consentendo loro di valutare con precisione l’impatto ambientale dei prodotti che acquisteranno”.
Che tipo di strumento è?
“Si tratta di un software e di un servizio. In realtà, nel corso del tempo, Silvateam si è spostata sempre più dalla semplice vendita di prodotti all’offerta di un pacchetto completo di tecnologia per l’impatto ambientale e per l’intera filiera. Questo è un aspetto molto apprezzato sia nel settore automobilistico che in quello della moda. La peculiarità di poter offrire una supply chain già pronta è un punto di forza anche per Ecotan, in quanto garantiamo, insieme ai nostri partner conciari e all’azienda di fertilizzanti, l’approvvigionamento di materie prime certificati PEFC, nonché la produzione di prodotti chimici ecosostenibili, la lavorazione e il recupero delle pelli così come degli scarti di lavorazione utilizzati per la produzione di biofertilizzante, tutto attraverso una filiera certificata, testata e garantita. Quindi, questa è la prima parte del lavoro che abbiamo svolto. La seconda fase è stata il risultato non solo di analisi, ma anche degli investimenti che abbiamo realizzato negli ultimi anni. Dopo i primi studi di LCA svolti nel 2015, abbiamo effettuato investimenti significativi in entrambi gli stabilimenti adibiti all’estrazione del tannino naturale, sia in Italia che in Argentina, per rendere la produzione di energia più efficiente oltre ad aumentare la produzione di altri prodotti che ridistribuiscono l’impatto energetico dello stabilimento in modo diverso. Alla fine, il ricalcolo ha mostrato una riduzione dell’impatto ambientale del tannino naturale di oltre il 50%. Questo risultato è estremamente significativo, poiché il tannino naturale ha un impatto in termini di LCA relativamente elevato, richiedendo un dosaggio di utilizzo maggiore rispetto al solfato di cromo per ottenere lo stesso effetto conciante. Questo era un punto debole, ma ora l’impatto ambientale si attesta su valori competitivi rispetto ad altre tecnologie. Abbiamo ottenuto un ottimo risultato!”.
Avete già ricevuto feedback?
“Abbiamo già ricevuto riscontri molto positivi da molti clienti che inizialmente erano un po’ restii a causa dell’impatto di CO2. Con questi nuovi dati, sono completamente a favore e l’atteggiamento è cambiato positivamente”.
Ora si aprono nuovi scenari: quale sarà la nuova frontiera?
“Nel prossimo anno, aumenteranno sempre più i progetti e l’aspetto più importante è che finalmente avremo la tecnologia Ecotan disponibile nei negozi. Al momento, molti progetti stanno superando la lunga fase di prove di campionatura industriale e di prototipazione, specialmente nel settore automobilistico, dove i tempi richiesti sono di alcuni anni”.
Il numero di concerie che utilizzano la tecnologia Ecotan è in continuo aumento. Prevedete che il numero aumenti ancora entro la fine dell’anno?
“Abbiamo continuamente nuovi partner che si uniscono a noi e sempre più aziende credono nel progetto e lo abbracciano”.
Quali sono i progressi che state facendo nella vostra gamma di prodotti in risposta alle evoluzioni normative e alle sfide legate alla presenza di bisfenoli e alla certificazione di fine vita?
“Stiamo dedicando molto impegno all’inserimento di nuovi prodotti nella nostra gamma, poiché le normative stanno subendo forti evoluzioni. Nei prossimi anni, ci sarà il divieto di utilizzare bisfenoli oltre a determinati limiti molto sfidanti, insieme all’eliminazione della glutaraldeide, che era l’alternativa più diffusa alla concia al cromo dopo quella al tannino vegetale. Pertanto, stiamo lavorando intensamente sulla gamma di prodotti per offrire soluzioni che non contengano bisfenoli. Stiamo anche facendo notevoli progressi sul fronte tecnologico. Durante la prossima fiera presenteremo una gamma di prodotti senza bisfenoli e nel corso dell’anno successivo avremo dei prodotti ancora sperimentali ma molto promettenti. Spero che per la prossima edizione di Lineapelle saremo in grado di introdurli sul mercato”.
Durante la nostra ultima conversazione con il vostro direttore del progetto Ecotan, Alessandra Taccon, abbiamo toccato l’argomento riguardante la seconda vita della pelle, ovvero il recupero dei prodotti per utilizzarli come fertilizzante. Mi chiedo se questa fase finale della catena sia attualmente operativa e più attiva rispetto al passato, oppure se ci siano ancora ostacoli da affrontare.
“In Italia questa fase è sempre stata attiva, sin dall’inizio, grazie al nostro partner operativo, Fertilizzanti Certaldo. Inoltre, sia nel settore automobilistico che tra i produttori di beni di largo consumo, come sneaker o calzature per bambini, si pone molta attenzione su questa problematica. Per quanto riguarda il resto dell’industria della moda, noto che vi è un maggiore interesse nel ridurre gli sprechi lungo la filiera di produzione, poiché la trasformazione della pelle al prodotto finito genera oltre il 50% di scarti. Attualmente, le case di moda sono in una fase di valutazione, misurazione e ricerca di alternative, guardando attentamente ai processi e, se li ritengono validi, li considerano come possibilità. Tuttavia, l’implementazione rimane ancora limitata al momento e il mondo della moda continua per lo più a seguire una tradizione più consolidata. Secondo uno studio di MFF (2021), il mercato della moda sostenibile raggiungerà 6,8 miliardi di euro nel 2023 con una stima per l’anno 2030 di 12,5 miliardi di euro. L’attenzione verso lo sviluppo di soluzioni sostenibili è ampia e penso che presto raggiungeremo la fase di implementazione effettiva”.
Secondo lei, qual è il limite insormontabile per le case di moda nell’adottare la tecnologia Ecotan?
“Non è sicuramente una questione legata all’articolistica, che è quasi completa. Il rischio che si pongono le maison di moda è quello di apportare cambiamenti a filiere che sono già estremamente testate ed affidabili. Questo è un processo nuovo, e nonostante la priorità rimanga sempre la qualità e il margine di profitto, la sostenibilità sta cominciando a prendere seriamente piede. Siamo ancora in una fase di valutazione e di creazione di alternative, ma ritengo che si stia affrontando questo processo con grande impegno, non solo più a parole. Storicamente, il settore automobilistico è stato più pronto a guidare il cambiamento verso la sostenibilità rispetto alla moda ma siamo sempre più fiduciosi”.
Quanto rappresenta oggi il settore dell’automotive rispetto alla moda per la vostra azienda?
“Il settore dell’automotive rappresenta circa il 10% del nostro fatturato. Questo dato è in linea con la quota di mercato conciario dell’industria automobilistica, che generalmente si attesta intorno al 10%. Tuttavia, con i progetti di crescita che abbiamo in programma per i prossimi anni, ci aspettiamo di aumentare significativamente la nostra presenza”.
Nel progetto Ecotan, avete affermato di essere cresciuti significativamente. Qual è stata la percentuale di crescita? “Ecotan ha contribuito alla nostra crescita, facendo crescere il nostro fatturato di circa +7-8%. Si tratta di un impatto già significativo, considerando che si tratta delle prime attività. Tuttavia, abbiamo dei target decisamente più ambiziosi”.

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Antonio Battaglia