Spraytech: un team vincente

L’azienda di Gambellara (Vicenza) è specializzata nella progettazione e costruzione di impianti e sistemi di distribuzione della vernice, regolatori di flusso, cabine e linee di rifinizione completamente automatizzate. Strategie e segreti raccontati dal Ceo Stefano Mastrotto

“Il nostro maggiore orgoglio come imprenditori? Il fatto che l’azienda l’abbiamo costruita giorno per giorno, abbiamo vissuto ogni giorno dello sviluppo dei nostri impianti per cui ne conosciamo ogni minima caratteristica e componente”. Potrebbe bastare questo “biglietto da visita”, dalle parole del CEO Stefano Mastrotto, per raccontare la storia di successo della Spraytech di Gambellara, comune del distretto di Arzignano, azienda leader nella progettazione e costruzione di impianti e sistemi di distribuzione della vernice, regolatori di flusso, cabine e linee di rifinizione completamente automatizzate. L’azienda veneta, fondata nel 1997, pone moltissima importanza anche nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, grazie anche alla continua sinergia con fornitori e clienti.

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Stefano Mastrotto, CEO Spraytech

Il team di Tannery ha trascorso un’intera giornata nella nuova sede in località Torri di Confine, lungo la regionale verso Verona, dove oltre al CEO Mastrotto, abbiamo intervistato Cristiano Dalla Valle e Lorenzo Faedo, Sales Manager e responsabili commerciale per l’estero, tre tecnici interni con ruoli diversi e un imprenditore conciario che vanta una partnership con l’azienda di Gambellara. La nuova sede, operativa dal dicembre 2021, è estesa su un’area produttiva di 3.500 mq di laboratorio e 1.000 mq di uffici, ed è prevista nel prossimo futuro una espansione di ulteriori 1.200 mq. La superficie coperta è suddivisa nelle fasi di assemblaggio, carpenteria, manutenzione, collaudi e lavorazioni elettriche, a cui si aggiungono una zona di stoccaggio di 1.200 mq e 2.000 mq di piazzale esterno, che garantiscono l’utilizzo di entrate ed uscite indipendenti tra loro, in grado di permettere il carico e scarico di più autoarticolati contemporaneamente, vicino all’area deposito.

“Da una quindicina d’anni – conferma Stefano Mastrotto – tutti i nostri numeri sono in crescita. Questo è avvenuto anche nel corso dell’ultimo triennio, caratterizzato non solo dal Covid, ma anche da altre problematiche, come la guerra in Ucraina, gli aumenti del costo delle materie prime e i prezzi alle stelle dell’energia. Sono questi i fattori che soprattutto nel 2022 hanno ridotto la marginalità ma non frenato lo sviluppo e i nostri investimenti in ricerca e sviluppo. Il nome Spraytech è sinonimo, in Italia e all’estero, di elevata tecnologia e della capacità di anticipare le novità sul mercato. Nel settore conciario in particolare, il marchio è apprezzato sin da quando promuoveva innovazioni su macchine già esistenti, l’esempio più lampante è rappresentato dai nostri economizzatori della serie Leonardo, un’elettronica già all’epoca molto evolutiva, in grado di garantire un notevole risparmio di prodotto sino al 30%. Lo stesso dicasi anche per i consumi dell’elettricità, ci siamo applicati su soluzioni a basso consumo già da quando il risparmio energetico non rappresentava una priorità.
Quali sono state le principali novità tecnologiche che avete lanciato?
“Già prima dell’avvio del piano nazionale Industria 4.0, che ha spinto molti imprenditori a informatizzare i processi per ottimizzare e valutare quanto gravano le singole lavorazioni, noi avevamo collegato al nostro programma i costi di produzione tramite un server per risalire alle spese complessive del singolo prodotto. Quella che possiamo chiamare la “rifinizione del futuro”, noi in realtà l’avevamo già anticipata da qualche tempo. La strategia vincente è stata quella di progettare le vecchie macchine, non limitandoci solo alla creazione di un prodotto di qualità, ma puntando anche su tecnologie all’avanguardia e facilità di utilizzo. Sono questi i principi attorno ai quali abbiamo costruito i nuovi modelli”.
In precedenza come era avvenuta la svolta dell’attività?
“Con il lancio sul mercato di prodotti innovativi, quali regolatori di flusso e pistole HVLP in bassa pressione, sino a quel momento non presenti sul mercato. Nell’ambito del risparmio energetico siamo stati i primi in assoluto, già a partire dal 2006. Anche i nostri stessi concorrenti ci riconoscono di aver realizzato sistemi che ora sono diventati standard in tutti i macchinari, primo fra tutti quello che mette la macchina in modalità stand-by quando non si trova in fase produttiva. Parte di questi sistemi è stata brevettata, ma purtroppo altri no: soprattutto nelle prime fasi, ovvero nel primo decennio degli Anni Duemila, eravamo una realtà ancora piccola, più un’impresa artigiana che l’azienda di medie dimensioni che siamo oggi. I risultati ci hanno dato ragione perché siamo cresciuti gradualmente anche come organico: adesso i dipendenti sono 38, ma aumenteranno ulteriormente quest’anno e in quelli successivi”.
In che modo è avvenuto il passaggio da azienda legata al service a produttiva?
“A chiedercelo sono stati i nostri clienti, ai quali negli anni avevamo garantito importanti migliorie del settore rifinizione. In particolare quelli del distretto vicentino, conoscendoci come manutentori, una volta saputo che avevamo iniziato a produrre macchine, ci hanno cercato loro. Da qui la scelta di progettare la nostra linea di rifinizione completa per pelli bovine grandi, il prodotto prevalente nel nostro distretto: abbiamo creato la cabina E-Luxury, soddisfare dapprima le esigenze dei nostri clienti della zona. Dà li abbiamo iniziato a realizzare commesse per un importante imprenditore della zona di Arzignano, che solo nel 2022 ci ha commissionato cinque linee di verniciatura, oltre alle 7 che aveva acquistato negli anni precedenti, per un totale di 12 impianti Spraytech. Gran parte della giornata mia e dei nostri tecnici è vissuta in conceria: conosciamo quindi ogni brand e competitor, pregi e difetti di ogni macchina della concorrenza. Rispetto a 20 anni fa, tutte le aziende di questo settore si sono certamente evolute, ma noi abbiamo sempre qualcosa in più, grazie ai costanti investimenti in ambito di ricerca e sviluppo”.
In che anni avete prodotto le prime cabine per la rifinizione?
“Tra il 2013 e il 2014, quando un importante imprenditore conciario ha dato fiducia ad una piccola realtà come la nostra: assieme abbiamo fatto un lungo e virtuoso percorso che ci ha portato ad ottimizzare sempre più il macchinario, e a fornirgli un elevato numero di macchine. Già la prima cabina da noi realizzata prevedeva che l’80% dei fumi venisse abbattuto con il nostro particolare sistema a “cascate d’acqua” a ricircolo costante: si tratta di un sistema perfezionato nel tempo, ma che tuttora rappresenta la base per le cabine Waterflow e E-Luxury”.
Quando avete iniziato a fornire i vostri impianti al mercato estero?
“Da una decina d’anni, anche se fuori Italia già lavoravamo con i sistemi di revamping, che prevedono il rinnovamento delle parti meccaniche ed elettroniche di un macchinario. Anche molti clienti esteri hanno puntato su di noi, acquistando anche macchinari e linee complete. Il vantaggio rilevante è che noi produciamo linee completamente customizzabili: essendo tutti i prodotti di ostra realizzazione, possiamo infatti assecondare il cliente in ogni sua richiesta. In punto di partenza è un layout personalizzato, ci piace dire che svolgiamo un lavoro “da sartoria”. Con il passare degli anni l’automazione è diventata sempre più sofisticata consentendo una reale diminuzione di personale specializzato che può quindi essere spostato a funzioni diverse”.
Possiamo fare un esempio concreto?
“Fino a 7-8 anni fa, una macchina di spruzzatura, dotata di tre stazioni di verniciatura, necessitava di 2 addetti che caricavano le pelli, e 3 persone dedicate al controllo per ogni singola. Attualmente lo stesso impianto necessita di 3 addetti: 2 che caricano e uno che segue l’intero sistema, aiutato da eventuali segnali di avviso sul telefonino o sul palmare, mentre dal pc in ufficio possono essere visualizzate le pelli in transito, grazie alla presenza di un collegamento diretto con gli economizzatori e i pannelli touch installati in ogni cabina. Con i nuovi sistemi viene garantita l’intera diagnostica della linea, tramite un’App, che scongiura eventuali inceppamenti o il rischio di rovinare le pelli. Questo sistema, un passo avanti tecnologico significativo, è garantito dall’alto grado di automazione delle nostre linee, che permette il controllo costante di ogni componente: giostra rotativa, sistemi di abbattimento, tunnel di asciugatura e celle di raffreddamento, per citarne alcuni. Tramite questa applicazione il cliente è avvertito in tempo reale di ogni anomalia che si può presentare sulla linea durante la fase produttiva.
Quali sono i “best sellers” dell’ultimo periodo?
“Il top è rappresentato dal modello PainterTool, il nuovo macchinario brevettato utilizzato per campionature e piccole quantità di pelli, il cui primo prototipo è stato presentato in fiera a Milano, all’edizione di settembre 2022 di Simac Tanning Tech: con questo impianto, possiamo simulare tutte di cabine di spruzzatura, differenti tra loro per tipologia di movimento delle pistole (rotativo, ellittico o alternato), misure e numero di bracci. In questa macchina compatta, delle dimensioni di 6 x 6 metri, possiamo simulare con accuratezza quella che sarà l’effettiva produzione industriale su ampia scala, utilizzando però una sola pistola e il sistema di asciugatura integrato: il cliente, sul quadro di controllo, va ad impostare gli stessi parametri presenti sulla sua macchina, nonostante il metodo sia diverso”.
Su cosa è basata la particolarità?
“Sta nel fatto che nel nostro simulatore la pelle è bloccata su un tappeto statico, mentre è il sistema di spruzzatura stesso a muoversi. Il vantaggio principale è la possibilità di produrre anche solo 1-2 pezzi, senza impegnare altri macchinari o dover bloccare la produzione di un alto articolo sulla linea completa. Prima del PainterTool, effettuare una campionatura per pochi esemplari aveva costi elevatissimi e richiedeva un notevole dispendio di tempo.
Altri prodotti innovativi sono i lavafusti in automatico, che garantiscono un notevole risparmio d’acqua e di tempo, e quanto serve nella cucina colori della rifinizione, dai banchi di aspirazione ai sistemi di pesatura”.
La campionatura è un punto strategico della produzione, come siete riusciti a creare un sistema così sofisticato?
“Per il fatto che da oltre due decenni operiamo con queste macchine, delle quali conosciamo anche i minimi particolari. Nelle prossime settimane monteremo una macchina in un laboratorio chimico, da poco ne abbiamo installato uno in Toscana, mentre altri due li dobbiamo consegnare prima della fine dell’estate ad un altro cliente, sempre italiano. Per il momento ci stiamo concentrando sui distretti del nostro Paese, poi questa tecnologia la sposteremo anche all’estero. Questa macchina, pensata inizialmente per le aziende chimiche, è diventata rapidamente interessante per gli imprenditori conciari, da qui la decisione di calibrarla e renderla utilizzabile anche per le pelli bovine intere che arrivano in conceria”.
Nel futuro della Spraytech c’è l’intenzione di diversificare in altri settori: cosa ci può dire?
“Abbiamo fornito ad alcune aziende del settore marmo delle cabine che sfruttano le nostre tecnologie avanzate. Di recente abbiamo stipulato un accordo con un’azienda chimica che non riusciva a spruzzare una particolare tipologia di prodotto in maniera uniforme: per noi è stata una grande sfida e uno stimolo decisamente importante. Questo prodotto, che viene definito “vetro liquido” va miscelato qualche istante prima della spruzzatura; una notevole complicazione, che siamo riusciti a superare grazie ad un sistema di dosatura studiato nel dettaglio appositamente per questa tipologia prodotti. Un altro settore su cui puntiamo per il futuro è il tessile, e nel frattempo, abbiamo già portato a termine altri piccoli progetti, uno fra tutti quello nel settore dell’occhialeria”.

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Stefano Mastrotto, CEO Spraytech

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“SIAMO TORNATI A VIAGGIARE IN TUTTO IL MONDO, PER IL FUTURO RIMANE L’INCOGNITA CINA”

Nell’ambito di “Una Giornata con” alla Spraytech, significative, soprattutto per le dinamiche legate ai mercati e ai sviluppi futuri nei Paesi emergenti ma anche nelle aree dove già opera l’azienda di Gambellara, sono le valutazioni di Cristiano Dalla Valle e Lorenzo Faedo, Sales Manager e responsabili commerciale per l’estero.
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Lorenzo Faedo e Cristiano Dalla Valle, foreign sales managers

“Il nostro punto di forza – ci hanno detto durante l’intervista – è la capacità di interfacciarci con le esigenze di Arzignano e degli altri distretti italiani, ma anche con le concerie europee e del resto del mondo, in quanto vantiamo soluzioni attraenti per tutte le esigenze. E’ necessario lavorare a diversi livelli: in certi Paesi, dall’altra parte della terra e dove non è richiesto il “top” della qualità, spesso ci viene chiesta una pistola a spruzzo semplice che possa essere manutenuta facilmente, una strumentazione efficiente, in grado di rendere al meglio, ma nello stesso non complicata. Siamo agevolati dal fatto che i clienti storici ci conoscono e apprezzano le qualità dei nostri prodotti, grazie ai quali negli anni hanno potuto registrare notevoli risparmi e miglioramenti. Per restare nell’esempio delle pistole di spruzzatura, il nostro ultimo modello, la SP- Rock, rappresenta un “gioiello” della modernità: rappresenta un passo avanti notevole nella spruzzatura HVLP, e avendone prodotte grandi quantità siamo in grado di uscire sul mercato ad un prezzo molto competitivo sia per il mercato interno sia per i mercati più lontani come il Far East”.
In che modo riuscite a rispondere alle differenti necessità dei vari mercati?
“Per la capacità di garantire un alto livello di personalizzazione a tutti i nostri prodotti. Lo scoglio extra, soprattutto all’estero, non è solamente convincere il cliente delle potenzialità del macchinario, ma fargli capire che anche il metodo di lavoro stesso deve essere modificato per mettersi al passo con la richiesta del settore, per potersi adeguare alle nuove tecnologie e alle nuove procedure. Per le concerie situate in altri continenti, dove mandare un tecnico richiede trasferte aeree lunghe, l’obiettivo è rendere gli imprenditori il più autonomi possibili, aiutandoli con l’assistenza da remoto ma cercando soprattutto di rendere la manutenzione ordinaria dei nostri equipaggiamenti alla portata di chiunque. I clienti, soprattutto quelli nuovi, non sempre recepiscono che la differenza sostanziale non la fa la singola pistola, ma la tecnologia dell’impianto complessivo che andiamo a proporre. È proprio qui che andrebbero fatti gli investimenti”.
Parliamo della situazione economica: cosa prevedete per il prosieguo dell’anno?
“Siamo fiduciosi, buona parte degli indicatori indicano una ripresa nel secondo semestre 2023, che di fatto significa da settembre in poi, visto che luglio e agosto sono due mesi estivi dove l’attività è rallentata dalle ferie. Noi abbiamo lavorato tantissimo nel 2022, è stato un anno importante di rilancio, anche se c’è stata meno marginalità, a causa dei costi energetici e dell’aumento dei prezzi delle materie prime, diventate peraltro molto difficili da reperire. Dall’inizio di questa primavera abbiamo ripreso a viaggiare in tutto il mondo, era il momento giusto di farlo per renderci conto della situazione dei mercati nel post-Covid e per riprendere i contatti nei Paesi in cui dove da sempre vantiamo scambi commerciali elevati”.
Il periodo del Covid come ha influenzato la quota export per Spraytech?
“Nel 2019 viaggiavamo sull’ordine del 60% in Italia e il 40% all’estero, riferito al fatturato, poi nel 2020 siamo scesi a 90/10, ovviamente per il fatto che non si poteva viaggiare all’estero, mentre potevamo muoverci con relativa libertà nei distretti italiani. Gli ultimi dati aggiornati, riferiti ai mesi primaverili, indicano una percentuale attorno al 70-30%: è quindi ipotizzabile che ritorneremo alle percentuali pre-Covid tra la fine 2023 ed inizio 2024. Questo perché in Italia molti imprenditori ci conoscono e ci apprezzano già, mentre all’estero esistono maggiori possibilità di sviluppo sia in quei Paesi dove siamo già presenti che in quelli in cui cercheremo di far conoscere il nostro marchio”.
Tra questi Paesi c’è sicuramente la Cina: che situazione avete trovato?
“Purtroppo non ho ancora avuto la possibilità di tornarci post-Covid, ma è un’area che conosco a fondo e parlo bene questa lingua: hanno aperto ai transiti da fine inverno, prima l’iter era estremamente complicato. Tuttavia a distanza di qualche mese il rilancio economico dell’economia cinese rimane un punto di domanda: dopo essere rimasti “chiusi” per tre anni è difficile ritornare alla situazione precedente, quella pre-Covid in tempi rapidi. In Cina, presenzieremo a fine agosto alla fiera internazionale ACLE di Shanghai, che rappresenta un banco di prova importante per gli operatori internazionali, compresi quelli europei che hanno l’esigenza di avere il polso della situazione. Difficile fare previsioni anche se noi abbiamo sempre lavorato bene: tra il 2018 e il 2019, abbiamo fornito 24 macchine nell’arco di un anno solare”.
C’è da chiedersi in che modo la Cina stia attualmente operando nel settore conciario?
“E’ la domanda che si stanno facendo tutti. L’impressione generale è che abbiamo lavorato per il mercato interno, è possibile che in questi anni la loro produzione sia rimasta stabile. Dal loro punto di vista, pur essendo uno Stato sterminato, restare chiusi su sé stessi sarebbe probabilmente un disastro economico: la storia recente mostra come l’export abbia assunto un ruolo sempre più importante, c’è da capire se negli anni a venire riusciranno a coprire il gap creatosi. Per noi rimane in ogni caso un Paese importante perché negli anni siamo riusciti a vendere, soprattutto a clienti importanti e grandi gruppi, impianti dotati di tecnologia al “top”. Ovviamente contiamo di farlo ancora, per questo siamo curiosi di capire come evolverà la situazione. C’è poi da capire, al di là della produzione per il mercato interno, che tipo di concorrenza si è sviluppata negli ultimi 2-3 anni nel sistema globale e se certe indiscrezioni che circolano sono vere”.
A cosa vi riferite?
“In primavera eravamo presenti alla fiera di Chennai, dove ci è stato riferito che tante produzioni si stanno spostando dalla Cina all’India. Una volta conclusa la rassegna internazionale ci siamo fermati in India per visitare i clienti: nell’era Covid ci sono stati interventi e installazioni, che abbiamo potuto fare collegandoci da remoto dall’Italia, ma erano quasi 3 anni che non riuscivamo ad entrare a livello commerciale, date pochissime le occasioni di fiere ed eventi. Anche l’India, dove abbiamo due venditori in esclusiva a nord e a sud del Paese, è un Paese che conosciamo bene e dove siamo ben presenti: in questo mercato è più facile proporre qualche linea di usato, a costi più bassi. Per noi è un mercato importante, abbiamo investito per decenni con fiere e visite dirette e continuiamo ad avere clienti storici, a cui stiamo presentando le novità degli ultimi anni”.
Quali sono le nuove aree di interesse commerciale?
“Per la verità lo sono tutti i Paesi del mondo, a partire dall’Europa nel versante più a nord, mentre un continente che potrebbe avere uno sviluppo importante è quello africano. Gli stati del nord che si affacciano sul Mediterraneo li conosciamo, così come il Sudafrica, mentre dall’Etiopia ci sono state nuove richieste anche grazie a fondi stanziati dalla Cina. In Europa siamo presenti dappertutto, tra i Paesi più interessanti c’è la Turchia, dove un nostro collaboratore sta avviando una struttura commerciale dislocata: vedremo quali strategie portare avanti anche in base alle tensioni legate alla guerra in Ucraina”.
Oltre alle tradizionali linee quali impianti sono i più richiesti all’estero?
“Sicuramente il sistema di dosaggio automatico Spraymix che permette di miscelare qualsiasi tipo di prodotto-colore con estrema precisione e velocità. Questa macchina, che proponiamo alle aziende di prodotti chimici ma anche alle concerie, è stata acquistata da molti clienti orientali, in quanto viene ritenuta particolarmente adatta alle loro esigenze di produzione, avendo numerosi ingredienti di base che devono essere miscelati ogni volta. In particolare un imprenditore, al quale è stata necessaria un’opera di convincimento per far capire le potenzialità della nostra offerta, ne ha acquistata una e dopo la messa in opera ne ha rapidamente acquistata un’altra, che ha destinato per un altro suo stabilimento”.
Quali sono le caratteristiche principali dello Spraymix?
“Il sistema prevede una testa di dosaggio composta da 32 o 48 valvole che possono essere ampliate e modificate nel caso in cui sia necessario miscelare più prodotti. La struttura di stoccaggio è personalizzabile in base allo spazio disponibile per la macchina stessa, nonché alla pianta generale e al flusso di lavoro derivanti dalla logistica della conceria”.
Sono dunque assicurati vantaggi a livello economico?
“Indubbiamente, sia a livello di tempistiche nelle operazioni di preparazione che di risparmio dei prodotti chimici che vengono utilizzati, inoltre essendo automatizzato l’intervento si riducono al mimino le possibilità di errori umani: in una parola, a fine giornata significa maggiore produttività. L’informatizzazione del processo consentirà di ottenere nel tempo con un semplice “click” un risultato identico sulla tipologia di pelle che si sta lavorando. Oltre alla indubbia funzionalità della macchina c’è un grande beneficio in termini di ordine e pulizia, aspetto sempre più importante nelle moderne concerie che sovente ospitano clienti. In questo caso lo Spraymix, anziché 35-40 barili distribuiti nella stanza, li ha ordinati nella scaffalatura”.

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RUOLO IMPEGNATIVO CON MACCHINE IN TUTTO IL MONDO

È un ruolo importante, soprattutto per un’industria che produce tecnologia particolarmente sofisticata, quello che ricopre Patrizio Beltrame, 32 anni, diplomato perito elettrico all’istituto tecnico di Lonigo, che è il responsabile del Service.
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Patrizio Beltrame, Service Manager

“Sono in Spraytech da 12 anni – spiega – essendo stato assunto dopo essermi diplomato, quando ancora era una realtà di piccole dimensioni nella sede di Monticello di Fara. Ho vissuto gli anni dello sviluppo, sia in termini di fatturato che del numero del personale, ma anche a livello di competenze. Qui ho iniziato come manutentore base e con il tempo l’azienda è cresciuta, sono stati implementati i prodotti ed abbiamo sviluppato le macchine assieme a Stefano Mastrotto. Grazie alle nostre esperienze lavorative sul campo siamo arrivati alla situazione attuale, con un ufficio tecnico molto efficiente che segue il progetto personalizzato per ogni cliente e lo sviluppo della macchina dall’inizio alla fine”.
“Il ruolo di responsabile del Service è impegnativo – precisa Patrizio – perché i macchinari Spraytech sono stati venduti dappertutto, in Italia e all’estero e ci siamo lasciati alle spalle un ingente lavoro di installazione. Buona parte del lavoro del Service, che funziona a chiamata, riguarda i distretti del nostro Paese, dove abbiamo la possibilità di intervenire immediatamente con i tecnici direttamente in conceria. Quando un cliente, che si trova alle prese con un problema, chiama il titolare o direttamente il Service, si cerca di capire subito l’anomalia: quando non è possibile risolverla telefonicamente o tramite web, organizzo l’uscita della squadra che nei limiti del possibile avviene subito. Il mio ruolo è anche quello di coordinare il lavoro dei tecnici dall’ufficio, programmando le attività e gli eventuali interventi, ma in alcuni casi particolarmente complessi mi sposto in conceria”.
“Soprattutto nel settore conciario, con un elevato numero di pelli da lavorare giornalmente – conclude il responsabile del Service – un eventuale fermo macchina rappresenta un pesante handicap, quindi il principale obiettivo è intervenire in maniera istantanea. La nostra forza è di valutare, quasi in tempo reale, l’entità del problema e capire in quanto tempo può essere risolto. Qualora ci fosse necessità di recarsi sul posto, in una manciata di minuti possiamo caricare il materiale sul furgone e partire: se si tratta del vicino distretto di Arzignano, è necessario mediamente un quarto d’ora, ma capita di muoversi nel resto del Nord Italia, nel comparto toscano o al Sud. La prima valutazione del problema avviene telefonicamente, facendoci spiegare se si tratta di problema elettrico o di software: le nostre macchine sono automatizzate al massimo, spesso attraverso la teleassistenza un nostro ingegnere, da remoto, è in grado di collegarsi direttamente alla linea, garantendo spesso la ripartenza della macchinario”.

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SCATTA LA PROCEDURA PRIMA DI OGNI TRASFERTA

Andrea Vetri, 35 anni, trasfertista, perito elettronico con una specializzazione ottenuta in un istituto tecnico di Verona, lavora in Spraytech dal 2015.
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Andrea Vetri, Electronics Technician

“Io alterno il lavoro in azienda, in cui opero nel reparto elettrico – ci racconta – a periodi in cui mi sposto fuori sede, prevalentemente all’estero, per occuparmi dell’installazione e del collaudo degli impianti Spraytech, cui segue generalmente la prima assistenza attraverso la spiegazione delle caratteristiche principali e l’utilizzo di quelli che possono essere ad esempio i prodotti chimici. Prima di affrontare una trasferta esiste una procedura, messa a punto dall’azienda, che prevede la stesura di una scheda tecnica in cui il cliente spiega quali necessità e su quali macchine si deve intervenire o quali impianti si debba installare. Attraverso le nostre indicazioni facciamo in modo che quando arriviamo nella sede del cliente, lo stesso abbia già ricevuto i container e sia tutto più o meno già predisposto, in modo da poter procedere con la messa in funzione e il collaudo. In questa fase e soprattutto in quella precedente è fondamentale tenere stretti contatti con il cliente: la lingua è generalmente l’inglese, tutti i nostri dipendenti lo parlano correttamente, in alcuni casi possiamo ricorrere alla traduzione dai nostri agenti sul posto. Considerando le notevoli variabili di preparazione e di cultura è necessario un senso dell’adattamento completo, indispensabile rispettare totalmente il luogo in cui ti trovi. In virtù della collaborazione che serve in queste situazioni, l’esperienza insegna che più si rispetta il loro luogo e più vieni trattato bene. Il nostro, oltre ad essere un lavoro estremamente tecnico, è anche un po’ psicologico”.
Ogni trasferta di lavoro è diversa da tutte le altre. “Il tempo medio per installare un macchinario – aggiunge – è mediamente una settimana, ma può capitare di metterci meno o anche di più nel caso di impianti grandi, noi comunque siamo versatili anche a livello di tempistiche, nel senso che l’unico obiettivo è portare a termine il lavoro nel migliore dei modi, non è il giorno in più o 2 che fanno la differenza. I nostri impianti sono tutti customizzati, le nostre strategie prevedono che tutto debba essere controllato nei minimi particolari e in ogni dettaglio: una volta eseguito l’avviamento, si procede con le prove, i test e il collaudo. Una volta rientrati in sede uno dei tecnici, quando possibile lo stesso che ha proceduto all’installazione, deve tenere i contatti con il cliente, garantendo l’assistenza immediata per qualsiasi necessità”.
“Quando sono arrivato in Spraytech 8 anni fa – conclude Andrea – eravamo in 13 in reparto, adesso siamo arrivati quasi a 30, ho assistito ad una fase di grande crescita dell’azienda, siamo cresciuti bene e ne sono orgoglioso”.

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RUOLO DIVERSO RISPETTO AGLI STUDI, MA SONO SODDISFATTO

Nicolò Fracasso, 23 anni, tecnico meccanico e trasfertista è in organico nell’azienda di Gambellara da quattro anni.
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Nicolò Fracasso, 23, mechanical technician

“Durante gli ultimi anni delle scuole superiori – precisa Nicolò – ho svolto gli stage lavorativi alla Spraytech, dove mi sono appassionato dell’ambiente e alla fine ho deciso di rimanere pur in un ruolo un po’ diverso rispetto al percorso di studi. Durante gli anni a scuola è stato utile imparare bene le lingue straniere, poi in Spraytech mi hanno dato la possibilità di crescere molto, sia dal lato personale che lavorativo, facendomi viaggiare all’estero, molto spesso da solo. Seguo principalmente le trasferte ad ovest rispetto all’Europa, soprattutto nel continente americano, dagli Stati Uniti al Messico, sino a tutto il Sudamerica: devo dire che, pur facendo parte dello stesso continente, si tratta di mercati completamente diversi, con differenze sostanziali nell’evoluzione degli impianti, ma anche tra i clienti e il loro modo di relazionarsi. Di recente negli Stati Uniti abbiamo venduto una macchina “full optional”, mentre se ci sposta in aree dove non esistono le stesse possibilità di investimenti, troviamo mediamente macchine più vecchie o usate, in questo caso ci vengono richiesti soprattutto gli upgrade rispetto al modello completo. L’organizzazione della trasferta dipende dal tipo di installazione: se è una procedura veloce mi muovo da solo, se richiede più tempo partiamo in due. Generalmente una coppia è formata da un elettricista e da un meccanico, per far fronte a qualsiasi esigenza, ma soprattutto in vista del collaudo finale”.
“Il mio ruolo principale è di tecnico meccanico – conferma Nicolò – ma grazie ai corsi di training all’interno dell’azienda e l’esperienza acquisita all’estero, sono in grado di arrangiarmi anche nell’ambito dell’elettronica e della carpenteria. Prima di iniziare la trasferta, come altri miei colleghi di lavoro, avvio i rapporti con il cliente e nel frattempo qui prepariamo l’equipaggiamento e volta arrivati sul posto procediamo con il montaggio. Quasi sempre con i tecnici della conceria, che ha acquistato i nostri prodotti, si crea un rapporto di amicizia: di fatto tra noi diventiamo dei consulenti vista la possibilità di sentirci non solo nei giorni successivi al rientro alla base, ma anche nelle settimane successive, quando eventualmente si renda necessario un confronto. In occasione delle trasferte nei distretti della pelle sparsi nel mondo, una volta ultimato il lavoro di installazione, solitamente con l’agente del luogo facciamo visita alle concerie più importanti, per rappresentare l’azienda e per valutare eventuali proposte di installazioni. Tali visite di rappresentanza sono molto apprezzate dalle concerie che hanno piacere nel ricevere il fornitore in sede”.

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