Tacchificio Villa Cortese, l’innovazione ai piedi delle donne

Intervista a Silvia Paganini, Direttrice Commerciale e Marketing del Tacchificio Villa Cortese, che ci svela il segreto dell’evoluzione dell’azienda di famiglia

Le scarpe con i tacchi alti sono, da sempre, le preferite di fashioniste e delle donne che lavorano. Mentre, negli ultimi anni, i codici di abbigliamento da ufficio si rilassano leggermente e le tendenze dello streetwear si spostano verso un’estrema personalizzazione, i consumatori più sensibili optano sempre più per tacchi insoliti che mettano in risalto la loro personalità e il loro stile. Gli stilisti, e i creativi in generale, possono sfruttare questa opportunità per attirare un mercato di nicchia sempre più ampio, rielaborando il tacco tradizionale in maniera innovativa. Sì, perché l’innovazione tecnologica è possibile anche in un settore come quello dei tacchi che, per quasi 80 anni, non ha mai subito alcuna reale trasformazione. Da alcuni anni non è più così, grazie alle nuove generazioni capaci di portare nuovi approcci all’interno delle aziende e ad una spinta del mercato sempre più forte verso soluzioni eco-sostenibili.
Il vostro nome è legato ad un aneddoto che sprofonda le sue radici nella storia ma, nonostante gli anni trascorsi, la vostra azienda è stata in grado di evolversi e mantenersi al passo coi tempi investendo in ricerca tecnologia e in tutti quegli strumenti alternativi per la realizzazione di tacchi destinati alle grandi maison di moda.
“L’azienda è stata fondata da mio nonno, Luigi Gazzardi, nel 1961. Dopo una lunga esperienza come modellista di tacchificio, a fine anni ‘50, decise di mettersi in proprio e, poco dopo, avviò la sua attività. In quegli anni – da qui poi nasce l’aneddoto sul nome dell’azienda – era anche Presidente del Comitato che promuoveva l’autonomia di Villa Cortese che allora era solo una frazione. Successivamente ne è stato anche il Sindaco. La forte appartenenza al territorio e le sue le radici lo portarono a usare proprio il nome del luogo dove abitava”.
Una bellissima storia che è piaciuta anche a voi perché avete mantenuto questo nome…
“Sì, anche perché all’epoca, dove è sorta l’azienda, non vi era alcuna abitazione. Con il tempo il comune si è ampliato e, oggi, invece, l’azienda si trova nel bel mezzo del tessuto urbano. Chiamarci così, oggi come allora, è per noi fonte di orgoglio e ci spinge giorno per giorno a fare del nostro meglio per cercare di restituire ciò che la comunità e il territorio ci donano in termini di opportunità e valore. Di conseguenza, è fondamentale avere un focus anche sull’impatto che abbiamo sul paese, per questo teniamo costantemente monitorati e sotto controllo gli indici di inquinamento ambientale e sonoro. Da sempre uno dei nostri punti di forza è la sostenibilità e anche da questo punto di vista cerchiamo di migliorarci sempre più”.
Che rapporto avete con la cittadinanza?
“Quello di Villa Cortese, come quello dell’alto milanese, è un tessuto manifatturiero e la fabbrica è parte integrante fondamentale del tessuto sociale. Molte persone lavorano con noi da generazioni. La filosofia che portiamo avanti è di essere sempre presenti per la comunità, con la quale siamo strettamente interconnessi”.
Parliamo di innovazione…
“L’innovazione è da sempre uno dei nostri punti focali. Con l’ingresso dei nostri genitori in azienda, durante gli Anni ’80, furono apportati i primi grossi cambiamenti, in particolare lo stampaggio in plastica. Fino ad allora, infatti, il materiale in uso era il legno, che successivamente, lasciando spazio ai materiali plastici, divenne via via un prodotto di nicchia.)”
Quali sono stati i cambiamenti promossi dalla vostra generazione?
“C’è stato un periodo in cui tutte e tre le generazioni convivevano insieme. Abbiamo fatto parecchi anni di gavetta, nonostante conoscessimo bene le dinamiche aziendali perché se ne parlava quotidianamente in famiglia. Quello che stiamo cercando di fare è stato di direzionare l’impegno di tutti sulla ricerca e sviluppo, e sull’innovazione. Abbiamo puntato sul nostro prodotto e sul nostro know-how, anche nei periodi in cui il tacco non era il trend di mercato, cercando di specializzarci ulteriormente nell’offrire un servizio sempre più accurato al cliente, in modo da anticipare quelle che potevano essere le loro esigenze. È per questo motivo che abbiamo anticipato i tempi in tema di sostenibilità, sia in ottica di prodotto, sia in ottica di processo. Infatti, grazie a specifiche collaborazioni avviate con Università ed Enti di Ricerca, abbiamo implementato il comparto ricerca e sviluppo in-house: l’innovazione del prodotto viene perseguita attraverso l’indagine di approcci alternativi atti ad incrementarne il valore in termini di performance, sostenibilità e qualità. A questo scopo vengono impiegati software di simulazione, strumenti di laboratorio per la caratterizzazione di materiali e macchinari per test”.
Qual è stata l’innovazione tecnologica più importante che avete apportato negli ultimi anni?
“Più che una tecnologia di per sé, è stato l’approccio con cui si intende l’innovazione. Quindi innovazione non solo focalizzata sugli strumenti, macchinari o tecnologie che si vanno a inserire nel processo aziendale, ma soprattutto sul modo con cui si affronta tutta questa rivoluzione: abbiamo promosso un approccio data driven che vede il capitale umano al centro. La nostra idea è che la crescita dell’azienda debba andare di pari passo con la crescita delle persone che lavorano con noi”.
Quanto conta la creatività e quanto conta invece la parte tecnica?
“Sicuramente la parte tecnica per noi è preponderante, anche se la creatività è una caratteristica fondamentale per poter offrire una consulenza di livello. Più che considerare quale sia la più importante, il segreto è riuscire a trovare il perfetto equilibrio tra le due”.
Sostenibilità, risparmio energetico ed ecologia: per una realtà come la vostra dove è possibile intervenire?
“Proprio perché siamo all’interno del nucleo urbano del paese questi temi per noi sono stati sempre molto cari. Per esempio, gli scarti del legno servivano in origine a riscaldare gli spazi produttivi. Non abbiamo mai avuto la necessità di utilizzare il gas in azienda. In seguito, a partire dal 2009, abbiamo installato un impianto geotermico e uno fotovoltaico (tuttora in continuo ampliamento) che, attualmente, soddisfano circa il 70% del nostro fabbisogno energetico.
In termini generali, abbiamo sempre cercato di approcciare la sostenibilità come una filosofia che abbracci tutta la struttura e che si traduca in strategia di sviluppo. La consideriamo la più alta forma di rispetto nei confronti dei nostri stakeholders e la più alta forma di responsabilità, morale prima ancora che oggettiva, nei confronti delle generazioni future. E ci impegniamo a perseguirla in tutti i suoi ambiti: ambientale, sociale ed economico. E lo facciamo partendo dagli aspetti caratterizzanti del Made in Italy: la qualità del prodotto, studiato e realizzato per durare nel tempo; una filiera tracciabile e tutta italiana; una produzione a basso impatto ambientale e a bassi sprechi, grazie anche a strumenti di ottimizzazione preventiva che ci consentono un’ingegnerizzazione preliminare del prodotto in ambito digitale; un packaging che minimizza gli impatti sull’ambiente e la produzione di rifiuti. Anche dal punto di vista del prodotto, la direzione è mettere a punto materiali a basso impatto ambientale e predisposti per il riciclo o, già realizzati con materie riciclate. Abbiamo a portafoglio numerosi materiali che soddisfano le esigenze meccaniche specifiche di ogni tipologia di prodotto ottimizzati dal punto di vista della sostenibilità. Abbiamo puntato molto su Fheel Green e sul Fheel Bio, due materiali che sono migliorativi dal punto di vista della sostenibilità rispetto all’ABS tradizionale e che possono essere utilizzati per tutti i tipi di tacchi”.
Progetti per l’immediato futuro?
“Stiamo concentrando parte delle nostre energie per implementare il servizio al cliente in ottica di sostenibilità con il supporto delle nuove tecnologie, come la blockchain e l’intelligenza artificiale. Inoltre, il nostro dipartimento sviluppo e ricerca sta continuando a studiare, analizzare e testare soluzioni alternative innovative. Vogliamo impegnarci per fare la nostra parte nel valorizzare, stimolare e diffondere idee e conoscenze con gli altri players della filiera e per promuovere un modello di crescita sostenibile e ad alto valore aggiunto per tutti gli stakeholder”.

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Silvia Paganini tacchificio villa cortese

Silvia Paganini

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