TecnoGi, obiettivi di sviluppo sostenibile ed economia circolare – spotted at Lineapelle

La sostenibilità che piace è quella che fa rima con qualità. Se aggiungiamo anche “senza compromessi” allora siamo nel posto giusto. Da oltre 10 anni Tecnogi produce materiali ecosostenibili utilizzando composti plastici riciclati e rendendo i suoi stessi prodotti riciclabili. Gianni Zanetti, Amministratore Delegato dell’azienda novarese, ci spiega in questa intervista come questo tipo di impegno rappresenti un valore aggiunto per tutti e sia il trampolino di lancio verso un futuro più green.
Quanto è importante la sostenibilità per Tecnogi?
“Noi siamo una tra le – ancora troppo poche – aziende che hanno cercato di fare della sostenibilità un messaggio vero, con basi tecniche e tecnologiche. Sono tre i filoni fondamentali sui quali abbiamo impostato tutta la nostra ricerca e innovazione, sia per quanto riguarda il prodotto sia il processo. Il primo, quello in cui io ho creduto di più, ma che non ha ancora ottenuto i risultati sperati, è stata la biodegradabilità. Ritengo che una delle soluzioni migliori sia quella di fare un prodotto finito che, senza sognare, finisca il suo ciclo di vita in discarica e sia biodegradabile. Quindi, come dicono i testi, che nell’arco di 60 giorni perda l’80% del suo peso. Tecnogi ha iniziato a percorrere questa strada già dal 2013 dando vita a “Biorel”, un materiale per contrafforti termoplastico completamente biodegradabile. “Biorel” è stato certificato biodegradabile e compostabile dall’istituto specializzato OWS di Gent-Belgio perché risponde pienamente ai requisiti delle norme internazionali EN 13432 e ASTM D 6400. Dopo 60 gg di permanenza in humus corrispondente a quello di discarica la perdita in peso di BIOREL è dell’87% circa. Per anni e anni non sono arrivati i risultati tanto agognati al punto tale che i nostri clienti si meravigliavano quando scoprivano che le certificazioni erano addirittura datate 2009. Per fortuna, negli ultimi due anni, la tendenza sta invertendo”.
Siete stati dei veri precursori…
“Assolutamente dei pionieri. Noi avevamo già intuito moltissimo tempo fa l’importanza di un modello di sviluppo diverso. Possiamo affermare che siamo più avanti di tutti”.
Il secondo filone?
“Il secondo campo di ricerca e sviluppo è rappresentato dai materiali provenienti da fonti rinnovabili. Anche questa è una strada molto interessante. Ovviamente, in questo caso, siamo stati coadiuvati dai produttori di materie prime specifiche. Per esempio, nel caso in cui si realizzi un prodotto con base poliuretanica è necessario trovare un poliuretano fatto con il butandiolo, proveniente dalle piante, il bio butandiolo per la precisione, e non da fonti fossili. Abbiamo così potuto implementare la scelta dei prodotti chimici grazie anche al fatto che sempre più fornitori propongono prodotti di questo tipo. Ho da poco avuto un incontro con una delle società del Gruppo Eni che ci ha proposto dei butadieni la cui origine è sempre nafta ma di provenienza vegetale e non fossile. Questo è un altro indirizzo a cui tengo particolarmente e nel quale la nostra azienda ha un bacino di informazioni maggiore rispetto agli altri”.
The last but not the least…
“Il terzo, e ultimo, che sta suscitando maggiore interesse perché forse è il più semplice, è rappresentato dai prodotti certificati GRS – Global Recycle Standard. Questo tipo di certificazione viene riconosciuta da un Istituto terzo a tutti quei prodotti che contengono almeno il 20% di materiale riciclato. Questa, che ai miei occhi sembrava una via abbastanza modesta, in realtà è il percorso che ha maggior seguito. Tecnogi però non si è fermata qui e ha colto l’occasione per sviluppare al contempo un concetto di economia circolare. Normalmente il nostro prodotto viene venduto in lastre e trasformato in pezzettini per fare puntali e contrafforti. Ciò che rimane, lo scheletro di scarto, viene ritirato, macinato e riutilizzato. All’interno del GRS quindi abbiamo sviluppato anche questo modello di produzione e consumo sicuramente molto più sostenibile rispetto al passato. Ovviamente è necessario che scendano in campo altri attori per fare la raccolta e attivare una logistica che ce li restituisca, ovvero i clienti. Paesi stranieri come il Portogallo e la Polonia sono già delle eccellenze in questo campo. E cosa c’è di più bello che rivalorizzare gli scarti e farli tornare in vita? Molte Maison della moda hanno compreso l’importanza di cambiare rotta e in noi hanno trovato i giusti partner ai quali affidarsi”.
Tutto ciò comporta grandi investimenti…
“Dietro a questi tre progetti c’è studio, c’è competenza e tanta ricerca. Al momento tutto questo non ha ancora dato i frutti sperati ma siamo ottimisti. Negli ultimi due anni abbiamo assistito a una accelerata fortissima. Diciamo che il valore del fatturato finora realizzato con questi prodotti è ancora modesto, ma indubbiamente l’aspettativa è grande e, come sempre, i progetti con il tempo maturano”.

www.tecnogi.com

Gianni Zanetti, Amministratore Delegato Tecnogi