Teknoleather, nel segno della sostenibilità

TEKNOLEATHER di Arzignano (Vicenza) è tra le realtà chimiche che vantano la certificazione ZDHC di 3° livello, riconoscimento internazionale riguardante i prodotti ma anche il sistema di sostenibilità, sicurezza e ambiente

“Crediamo in un futuro in cui la chimica e l’ecologia cammineranno per mano”. È questo lo slogan che compare nella home page del portale web della Teknoleather di Arzignano (Vicenza), azienda chimica attiva dal 2013 – quest’anno verrà festeggiato il decennale – nel settore della concia internazionale, che offre soluzioni all’avanguardia, flessibilità del servizio, know-how e prodotti chimici di alta qualità, per garantire le migliori performance possibili in tutte le fasi di lavorazione.
L’azienda vicentina ha sposato la scelta, unita alla qualità e alla notevole attenzione nei confronti del cliente, della sostenibilità ambientale. Fiore all’occhiello di questo percorso virtuoso è la certificazione ZDHC, acronimo di “Zero Discharge of Hazardous Chemicals” (tradotto significa “Scarico zero di sostanze chimiche pericolose”), a conferma dell’importanza del riconoscimento. Si tratta di un traguardo prestigioso, ottenuto nel mese di maggio 2022 e considerato un punto di partenza con l’obiettivo di una sempre maggiore competitività nel mercato italiano ed internazionale, soprattutto nella capacità di rispondere alle richieste delle principali griffe della moda e dei gruppi stranieri.
“La certificazione ZDHC – spiega Santino Mecenero, titolare della Teknoleather, che abbiamo intervistato in sede a metà gennaio – rappresenta un motivo d’orgoglio per un’azienda come la nostra che sin dalla fondazione ha sempre portato avanti un progetto di sostenibilità e difesa ambientale, in quanto consapevoli che sarebbe stata questa l’unica strada percorribile per essere competitivi nei mercati di tutto il mondo, dove in questo settore il nostro Paese rappresenta un modello da copiare. A distanza di un decennio possiamo confermare che le certificazioni non rappresentano più solamente un fiore all’occhiello, ma una scelta inderogabile, almeno per chi vuole restare nell’ambito del “made in Italy” d’eccellenza. Tale scelta è collegata direttamente alla qualità, ma anche alla chiarezza e alla trasparenza. Le richieste in tal senso partono dai clienti, ossia il consumatore finale, nei confronti delle case di moda, che si rivolgono alle concerie, a loro volta collegate ai vari fornitori”.
Cosa ha significato questa scelta virtuosa?
“Innanzitutto ha comportato investimenti significativi, ma continueremo a procedere in questa direzione. La ZDHC di 3° livello è andata ad aggiungersi alle certificazioni che avevamo già ottenuto in precedenza, siamo sempre stati in grado di anticipare i tempi. Attualmente i prodotti della nostra gamma che vantano la certificazione sono più di 150, ma stiamo ulteriormente allargando l’offerta per poter rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente e selettivo. Attraverso l’apposita piattaforma offerta da ZDHC, chiamata “Gateway”, le concerie possono accedere al sistema, per avere in tempo reale la garanzia del prodotto di cui necessitano”.
Perché è importante il coinvolgimento di tutti?
“Proprio per il fatto che è coinvolta l’intera filiera, nel nostro caso ogni prodotto è tracciato dall’inizio alla fine. Il tutto senza dimenticare che le normative in maniera, anche in ambito internazionale, sono sempre più restrittive: non ci sono alternative, indietro non si torna. Questa situazione non rappresenta una sorpresa o una novità assoluta, si è già verificata in altri settori imprenditoriali. Nel comparto conciario e della moda nel suo complesso tale esigenza arriva soprattutto dall’Europa, a dircelo sono i nostri clienti, consapevoli del fatto che questo bisogno si sta allargando a macchia d’olio, molto presto tutti gli addetti ai lavori dovranno adeguarsi”.
Oltre alle certificazioni, come si caratterizza il vostro impegno ambientale?
“In vari modi. Ad esempio nella nostra sede di Arzignano l’utilizzo di energia elettrica è garantito totalmente da un impianto fotovoltaico, già installato ad inizio 2022: facile intuire che la scelta e il percorso di investimenti sono iniziati molto prima rispetto all’aumento dei prezzi che hanno contraddistinto lo scorso anno. Per noi tale scelta ha finito con il rappresentare un notevole vantaggio sotto il profilo dei costi energetici, ma anche di minori emissioni all’esterno. La sostenibilità ha sempre rappresentato un nostro fiore all’occhiello, ben felici di poter essere un modello da copiare”.
Che giudizio possiamo dare del 2022 dal punto di vista economico- finanziario?
“Ritengo che per tutte le aziende, anche di altri settori, sia stato un anno anomalo, dopo il biennio 2020-2021 caratterizzato dalla pandemia. Per quanto ci riguarda siamo tornati a lavorare a buon ritmo, non lontani dai numeri pre- Covid, si tratta di un aspetto confortante in vista del futuro. Il problema maggiore nel 2022 ha riguardato la marginalità, soprattutto a causa della crescita, in certi casi spropositata, dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici: si tratta di due fenomeni sui quali hanno pesato le speculazioni, sicuramente molti soggetti ne hanno approfittato”.
Sull’economia globale quanto stanno pesando le turbolenze dei mercati mondiali?
“Direi abbastanza, con un aspetto determinante, ossia la Cina chiusa su sé stessa. Solo la riapertura di un enorme mercato, non solo cinese, ma dell’intero Far East potrà garantire la ripresa dell’interscambio tra Estremo Oriente ed Europa. Di quest’ultimo continente il 60-70% dell’alta moda finisce nel Far East, soprattutto in enormi Stati come Cina, Giappone, Hong Kong e le due Coree, soprattutto sotto forma di abbigliamento, borse, oggetti e in pelle e divani. L’impressione è che in quelle aree qualcosa si stia muovendo, noi ne siamo abbastanza convinti visto che parteciperemo come espositori alla Fiera di Chennai (che avuto luogo a fine gennaio, ndr.). L’ultima volta si era tenuta ad inizio 2020, poche settimane prima della chiusura per la pandemia, ma non nel 2021. Ci auguriamo possa ripartire anche la fiera internazionale di Hong Hong, negli ultimi due anni ospitata a Dubai: per noi potrà essere stato più comodo per il viaggio aereo più corto, ma la collocazione originaria è fondamentale per il mercato orientale”.
Che auspicio si può fare per una ripresa decisa nel 2023?
“Come TEKNOLEATHER In Europa stiamo lavorando bene, registriamo una certa effervescenza, anche se non uguale in tutti i Paesi. In realtà per quest’anno, anche per quanto riguarda il mercato italiano, il problema principale sarà legato all’ammontare dei costi energetici o delle materie prime, che induce molti alla prudenza. Difficile fare previsioni ma la speranza è che la situazione si ristabilisca anche se, complice la crescita dell’inflazione, i prezzi di qualche anno fa non torneranno più. Lo stesso discorso vale per i carghi, ossia le navi da carico, che prima costavano poco o nulla e che in pochi mesi sono aumentate di molto. Attualmente il costo dei trasporti rischia di far diventare poco competitive le esportazioni dei nostri prodotti”.

www.teknoleather.com

Santino Mecenero

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